Piazza delle Erbe

In quale tv-verità (?!?) ritroveremo M.F., il trentenne milanese che per ben due volte, minacciando di diffondere sostanze tossiche, ha tentato una rapina a Quarto Oggiaro, prima in banca poi in posta, fallendo in entrambi i casi per poca credibilità? Forse nessuna. Un pirla ridicolo e improvvisato che sembra uscito dalla penna di quel genio di zio Enzo Jannacci; un parente stretto del palo della banda dell'ortica ma anche di quell’altro sprovveduto tabaccaio pavese di 37 anni che ha finto un sequestro per saldare i debiti con l’aiuto di mammà. Nessuna pietà per i principianti, insomma. Sarà che oramai i delinquenti hanno la faccia rassicurante del fidanzato della porta accanto o il ghigno da grande figlio di puttana / ma che amico per me di uno zoccolaro della Costa Smeralda. Se sei anonimo, non hai più speranze neanche coi sequestri…

Squilla il telefono. Penso che sono passate le otto e mezza di sera e non può essere nessun rompicoglioni... Lo è. «Buonasera sono G.N. (cognome e nome, come i carabinieri!) della Telecom». Cazzo! «Le dico subito che questa non è una telefonata a scopo promozionale. È che per la legge sulla privacy…». Smetto di ascoltarlo. Anzi no, come nella vecchia pubblicità Amplifon “sento la voce ma non capisco le parole”. Ma quanti anni ha? Non posso liquidarlo così, ha passato la quarantina di sicuro, e parla anche un discreto italiano. Mi si stringe il cuore. Per un attimo penso con commiserazione a me stesso che, pur avendolo, cerco un nuovo lavoro. Ma è un attimo. Poi mi si stringe il cuore e basta. «Sì, la ringrazio, buonasera»: ho appena firmato la mia condanna a mille telefonate promozionali Telecom, meno male che a casa non ci sto mai.

A. torna dalle ferie e piangendo mi racconta dei suoi parenti. Un matrimonio si è trasformato in tragedia: due giorni prima della cerimonia, due futuri sposi e il fratello/cognato hanno avuto un incidente con la macchina. Tutti e tre morti. Anzi quattro, perché un feto di cinque mesi, se avete già visto un’ecografia, comunque la pensiate è già un pupo. Penso ai dieci chilometri che devo percorrere adesso: una cazzata, fatti mille volte. E se qualcuno, matto o ubriaco o con un guasto improvviso, mi venisse addosso? Un attimo. E niente più PiazzadelleErbe, né tutto il resto. Un consistente, palpitante tuttoilresto che nonostante tutto muore dalla voglia di sapere come va il mondo e che proprio non ci tiene a fare ’sta fine di merda.