Rivotorto

Pericoli dello spiritualismo senza Cristo


 Lo spiritualismo che fa a meno di Cristo, sebbene si sia adattato ad usare tanti termini cristiani (ma non tutti perché impossibile, dimostrando così di essere ben diverso dalla spiritualità cristiana), sebbene coinvolga molte persone buone e spesso sincere, di per se costituisce un pericolo. Vi è infatti estraneo il concetto del peccato originale (e del peccato in genere), senza cui non si spiega il male come perversione, ma solo come una mancanza di comprensione, cosa che ha un fondo di verità ma che non è la verità. E, di conseguenza, manca una profonda dottrina sulla retribuzione finale. Lo spiritualismo non cristiano, inoltre, considera la materia come non fosse stata creata da Dio ma si opponesse a lui, come una cosa non reale (eppure c’è), e perciò parla molto, e spesso giustamente, di distacco, ma mai di coinvolgimento, tanto che gli spiritualisti tendono a estraniarsi dalla società e a lasciare il “lavoro sporco”, cioè l’impegno nel mondo, agli altri. Gli spiritualisti parlano di Dio e del bene, ma senza fare un forte riferimento a nessuna Persona divina e ai sentimenti e alla ragione dell’uomo, come se per Dio si intendesse una generica divinità o un’entità impersonale, non soprannaturale e riconducibile alla natura stessa, e come se l’uomo non potesse arrivare a Dio anche con la sola ragione, ma solo con la pratica di una sorta di “risveglio” introspettivo, facendo così a meno della Rivelazione della fede, che manifesta lo stesso pensiero di Dio. Di salvezza non se ne parla, e se lo si fa, la si intende come esclusiva opera dell’uomo o di un’illuminazione comunque non superiore alle forze naturali. Di conseguenza gli spiritualisti, riguardo alla pace umana, comunque importante, possono a volte ottenere buoni risultati, non di rado migliori di quelli di certi credenti, ma, di per se, li ottengono solo attraverso le capacità della natura, mentre la grazia non solo dona una pace soprannaturale, ma, perfezionando la natura, può donare senza altro sforzo che adeguarsi alla verità del bene (cosa non da poco ma, nello stesso tempo, cosa semplice), anche la pace naturale, che aiuta e prepara quella soprannaturale. Gli sforzi umani, per quanto in se stessi apprezzabili se indirizzati alla verità, senza la prospettiva della grazia, in se stessi tendono a chiudersi a Cristo, che è il termine di tutto. Tanto che, se pure lo spiritualismo, per assurdo, arrivasse a trarre le stesse conclusioni del cristianesimo, mancando di Cristo, mancherebbe della salvezza. E se anche arrivasse a Cristo in modo umano, mancando della Chiesa, mancherebbe della salvezza, che la Chiesa amministra e offre comunque a tutti gli uomini di buona volontà, compresi gli spiritualisti in buona fede.