Rivotorto

Peccato e misericordia divina


Una preghiera liturgica della Chiesa dice che la misericordia di Dio si mostra meglio verso l’umanità decaduta che non se l’umanità non fosse decaduta. Occorre però capire bene cosa si intende con il termine “mostrare” e occorre distinguere tra il peccato originale e quello attuale, soprattutto il peccato attuale dopo la redenzione operata da Gesù.In ogni caso è vero che tale concetto, per analogia, vale anche per il peccato attuale, anche se in senso non identico, ma la Vergine Maria ci dimostra che se l’uomo, partendo dalla condizione iniziale della sua natura personale così come voluta da Dio, avesse sempre risposto al massimo possibile alla grazia che Dio gli effondeva, la misericordia si sarebbe manifestata meglio in quelle situazione e la santità sarebbe stata quella massima per ognuno.Se, infatti, Dio ha permesso il peccato, è perché prima lo ha permesso l’uomo, e l’uomo, a posteriori, può capire che il male è stato permesso proprio perché non ha risposto al massimo alla grazia, cosicché attraverso l’esperienza del male possa tornare in se stesso e attraverso la grazia possa rispondere in modo migliore che se non avesse peccato ma avesse continuato a intiepidirsi.Inoltre, riguardo al peccato personale, c’è da distinguere tra quello commesso da Adamo ed Eva e quelli della loro discendenza, per cui ambiano le condizioni.Se non vi fosse stato il peccato originale, gli uomini avrebbero sempre potuto peccare, e forse qualcuno avrebbe peccato, ma senza trasmettere a tutta l’umanità la propria natura decaduta. Le ipotesi che si possono fare sono molte e il mistero divino è grande.Ma il peccato nello stato di innocenza sarebbe stato più difficile, perché sarebbe stato un po’ come il bruciarsi una mano per avere l’esperienza di cosa si prova.Forse, perciò, si potrebbe dire che, se Adamo ed Eva non avessero peccato, la condizione migliore perché la misericordia di Dio si mostrasse alla loro discendenza, sarebbe stata quella.