Rivotorto

La fede soddisfa la ragione


E’ sorprendente come spesso i non credenti, perspiegare certi misteri che solo credendo in Dio si possono spiegare, orifiutano a priori l’ipotesi dell’esistenza di Dio inteso come un esserepersonale e trascendente, creatore dal nulla di tutte le cose e giudice deibuoni e dei malvagi, o fanno teorie astruse, molto più “dispendiose” (nel sensodel “rasoio di Okkam) e molto meno ragionevoli dell’“ipotesi” Dio.Eppure a Dio si può arrivare con la sola ragione e, sevogliamo, anche col supporto di un sano sentimento, che non contraddice affattola ragione (almeno così come permettono i condizionamenti dovuti al peccato).Con la fede, poi, tutto torna in modo più potente,perché la fede perfeziona la ragione.Ma alla fede non ci si può arrivare attraverso la solaragione, cioè non la si può credere con certezza assoluta, e conseguentementesoprannaturale, senza l’aiuto della grazia, conformemente a come essa sipropone.Ad esempio: la ragione può arrivare al concetto dipeccato, perché l’uomo è libero, ma la fede ci propone come verità certissima,la dottrina del peccato originale che, a posteriori, cioè una volta credutaattraverso la grazia, illumina la ragione sul peccato, portandola più inprofondità.E la prova è che molti, sebbene conoscano benissimo ladottrina sul peccato originale, non vi credono, e nemmeno psicologicamentesembra facciano di tutto per aprirsi a tale eventualità, che a loro puòsembrare banale.E perciò, di fatto, non la capiscono, cioè non nepercepiscono la profondità e non la contemplano, rimanendo in superficie.