Rivotorto

Divorziati e risposati


Riguardo alla comunione tra divorziati e risposati, ilgiudizio se darla o meno non deve riguardare i cuori, che non si possono maigiudicare, ma le opere.Infatti San Paolo non scrive che chi è cattivo non puòaccostarsi alla Comunione, ma chi non discerne il corpo di Cristo.E’ ovvio che chi è in stato di peccato mortale non puòcomunicarsi senza prima essere tornato in grazia ed essersi confessato: se Gesùha istituito la confessione è proprio in vista della comunione, per cui nonbasta essere tornati in stato di grazia attraverso la contrizione, ma occorreanche l’opera di accostarsi alla confessione, poi il cuore lo giudica Dio. Per cui la Chiesa deve discernere attraverso le operedei divorziati risposati, che devono quanto meno impegnarsi a vivere in castitàattraverso un serio proposito.E’ vero che la Chiesa ammette il principio dellagradualità, ma non su questioni basilari della fede, come sulla santità delmatrimonio, che è un Sacramento!Infatti la Chiesa, in caso di particolare necessità,mettendo in pratica di fatto il principio della gradualità, ammette allacomunione anche i fedeli ortodossi, ma essi credono a quelle cose che per laChiesa sono sempre state fondamentali per potersi accostare alla comunione, edi fatto gli ortodossi praticanti sono più vicino alla fede della Chiesa chenon coloro che, pur essendo stati incorporati nella Chiesa cattolica, noncredono nella santità del matrimonio tanto da non capire che non si deve viverein adulterio.