Creato da sinaico il 08/05/2008

Rivotorto

fede e vita - natura e grazia

 

 

Simbolismo e astrazione

Post n°1343 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Il simbolo è un’astrazione e volerne fare a meno èimpossibile.

Quando lo si cerca di fare, è sempre attraverso unragionamento che, però, tende all’animalizzazione (ma senza riuscirci perché lanatura umana è razionale).

Si può tentare di non farsi influenzare troppo daisimboli che si apprendono tramite la cultura, ma ciò non avviene né può avvenireper “estraneazione” o incentivando l’istinto svincolato dal resto della naturaumana, che è razionale in se stessa e che, perciò, realizza pienamentel’istinto, ma attraverso dei principi universali e delle evidenze universali. Edei valori trascendenti.

 
 
 

Errori

Post n°1342 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

In un certo senso, mentre i peccati di chi non vive ingrazia di Dio spesso hanno ripercussioni più percepibili a livello interioreche esteriore (se si fosse aperti alle istanze dello Spirito di Dio piuttostoche indurire il cuore), gli errori anche in buona fede, ma dovuti anche a unanon adeguata risposta alla chiamata divina, di chi vive in stato di grazia, ingenere sono, per vari motivi voluti o permessi dalla Provvidenza, piùfacilmente riscontrabili, specie da chi li ha commessi, negli eventi della vitadi tutti i giorni.

Ma Dio può intervenire sia cambiando le situazioni,sia nelle situazioni stesse attraverso la grazia e la Provvidenza.

 
 
 

Laici e consacrati

Post n°1341 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Chi serve Dio anche attraverso l’opera diretta nelleattività secolari, ha un diritto maggiore su ciò che opera: da qui il dirittonaturale della proprietà privata (a certe condizioni), e quello dei lavoratoria non essere licenziati senza un giusto motivo.

L’uomo è chiamato a coinvolgersi nel suo ambientesecondo l’ordine della sua natura, e da qui viene il principio che l’impegnoverso i propri famigliari è una priorità, senza però dimenticare gli altri, chevanno amati come se stessi.

Chi invece vuole servire direttamente solo Dio in modospeciale e secondo i consigli evangelici, pur usando del mondo, rinuncia allaproprietà privata e a costituire una famiglia.

Ma questo non significa rinunciare al mondo perché losi disprezza ma, invece, perché lo si ama attraverso Dio.

 
 
 

Sesto comandamento

Post n°1340 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Molti “laici” affermano che la sessualità devenecessariamente essere espressa anche attraverso la genitalità, anche se non siè sposati, per cui per loro è innaturale che preti e monache vivano in castità,perché o non è vero che ci vivono, o sono persone frustrate. Ma ovviamentesbagliano.

Ad esempio, in considerazione che la procreazione èindissolubilmente legata alla genitalità: anche se dei

coniugi non possono avere figli, sebbene vi possanosoffrire, possono realizzarsi pienamente non solo come individui, ma anche comefamiglia

Non esiste, infatti, un diritto alla paternità e allamaternità biologiche e se lo si pretende si va contro la morale e perciò controciò che realizza l’uomo e la società (del resto cose come l’utero in affittosono evidentemente possibili solo grazie all’ingiustizia sociale, che, se nonvi fosse, sarebbero irrealizzabili).

Ma uomini e donne hanno sempre la chiamata a vivere lapaternità e la maternità spiritualmente, in quanto è una condizionecostituzionale della loro sessualità e perciò della loro persona: lo dimostrail fatto che, con certe caratteristiche irrinunciabili a tutela dei bambini, sipossono adottare dei figli come fossero “propri”.

Perciò chi ha fatto voto di castità può realizzarsipienamente come persona sessuata senza contravvenire al suo voto e, se develottare, anche la lotta sarà un cammino verso la sua realizzazione, che avvieneattraverso il dono di sé a Dio e agli altri.

 
 
 

Radici

Post n°1339 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

L’integrazione degli immigrati deve avvenire senza chequesti rinuncino alle loro radici ma, anzi, valorizzandole, in quanto un popolocambia nel tempo, cambiamento che però deve avvenire nella continuità.

Cioè: ciò che di peculiare hanno gli immigrati che sistabiliscono in un altro popolo deve essere innestato sulle radici di quelpopolo e nutrirsi della sua linfa vitale, in uno scambio vicendevole.

 
 
 

Divorziati e risposati

Post n°1338 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Riguardo alla comunione tra divorziati e risposati, ilgiudizio se darla o meno non deve riguardare i cuori, che non si possono maigiudicare, ma le opere.

Infatti San Paolo non scrive che chi è cattivo non puòaccostarsi alla Comunione, ma chi non discerne il corpo di Cristo.

E’ ovvio che chi è in stato di peccato mortale non puòcomunicarsi senza prima essere tornato in grazia ed essersi confessato: se Gesùha istituito la confessione è proprio in vista della comunione, per cui nonbasta essere tornati in stato di grazia attraverso la contrizione, ma occorreanche l’opera di accostarsi alla confessione, poi il cuore lo giudica Dio.

Per cui la Chiesa deve discernere attraverso le operedei divorziati risposati, che devono quanto meno impegnarsi a vivere in castitàattraverso un serio proposito.

E’ vero che la Chiesa ammette il principio dellagradualità, ma non su questioni basilari della fede, come sulla santità delmatrimonio, che è un Sacramento!

Infatti la Chiesa, in caso di particolare necessità,mettendo in pratica di fatto il principio della gradualità, ammette allacomunione anche i fedeli ortodossi, ma essi credono a quelle cose che per laChiesa sono sempre state fondamentali per potersi accostare alla comunione, edi fatto gli ortodossi praticanti sono più vicino alla fede della Chiesa chenon coloro che, pur essendo stati incorporati nella Chiesa cattolica, noncredono nella santità del matrimonio tanto da non capire che non si deve viverein adulterio.

 
 
 

Carità

Post n°1337 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Il giudizio universale riportato nel Vangelo di Matteoavverrà sulle opere di misericordia, dove i dannati sono condannati non tantoper il male fatto, quanto per il bene non fatto.
Sono condannati per le OMISSIONI più che per ciò che hanno fatto.
Naturalmente tra il mele che si commette e il bene che non si fa c'è una forterelazione, anche perché se si commette il male contestualmente si omette difare del bene.
Ma chi può dire di non aver mai omesso di fare del bene?
Quello che Gesù ci vuol dire è che conta la CARITA'.
Né le il culto rivolto a Dio dimenticando gli altri, né le opere socialidimenticando Dio, ma l'amore verso Dio che necessariamente si riversa sulprossimo.

 
 
 

Opere di misericordia

Post n°1336 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Gesù, nel Giudizio universale, discrimina i salvatidai dannati giudicandoli dalle opere a favore dei bisognosi, e non dagli attidi culto che pure, evidentemente, sono determinanti proprio riguardoall’orientamento delle opere. E se ha fatto così un motivo ci deve essere.

Di fatto, come non conta tanto il numero dellepreghiere elevate al Cielo, ma piuttosto se la vita si manifesta come unsacrificio di lode (ma per questo è necessaria anche l’orazione), così nonconta tanto il numero delle opere buone (ma il numero è una conseguenza anchedi un cuore buono), quanto se sono di misericordia, cioè se fatte a Gesù,attraverso la carità.

Di fatto i dannati sono quelli accusati di peccati diomissione.

Ma chi può dire di non aver mai omesso di fare delbene? E forse che i dannati non hanno mai compiuto opere umanamente buone?

Senz’altro Gesù mette in evidenza come le opere buoneprevalgono sulle omissioni, ma questo è grazie alla carità, cioè alla graziache le contraddistinguono.

Certo, prevalgono anche nel senso che la carità lestimola numericamente, così come stimola il rapporto con Dio, fonte e principiodi ogni opera buona, attraverso la preghiera, ma ciò che conta è l’amore cheDio riversa nei cuori: la carità. Che dobbiamo accogliere.

Il brano evangelico del Giudizio universale, perciò,va integrato col resto della Parola di Dio, come ad esempio quella dellanecessità del perdono e dell’amore verso i nemici, che in ogni caso non necambia il senso ma, anzi lo rafforza e lo realizza.

E il senso del Giudizio universale è che la carità sipuò manifestarsi anche in chi non possiede una fede esplicita se è aperto alvero amore. E che il giudizio divino tiene conto delle opere, cioè della nostralibertà, anche riguardo a chi ha avuto il dono della fede.

E, visto che i peccati di omissione sono non di radocommessi anche dai giusti, il senso è che ciò che conta è l’atteggiamento delcuore, che condiziona la ricerca della verità e che perciò è determinantenell’orientarsi a non fare il male e a fare il bene. E, di conseguenza, adaumentare gli atti di amore, che discriminano il bene dal male.

 
 
 

Greci ed Ebrei

Post n°1335 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

I greci parlavano di Dio in modo astratto, mentre gliebrei, che pure credevano in un Dio infinitamente trascendente, tanto da nonpoter essere nemmeno nominato se non attraverso artifici o “pseudonimi”, neiconfronti di Dio spesso usavano un linguaggio antropomorfico, in modo damettere in evidenza la sua presenza tra di loro.

Questo mix di rispetto assoluto e di grandeconfidenza, infatti, era la conseguenza dell’incontro con lui, dell’esperienzadella sua presenza. Era cioè la conseguenza della rivelazione che Dio ha fattodi sé e che si è conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo.

 
 
 

Dolore e peccato

Post n°1334 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Il dolore e il male non sono sinonimi.

Il dolore può essere secondo natura e allora non è unmale ma è ordinato al bene, dimostrando che anche a livello solo umano e nonsoprannaturale, anche se produce un dispiacere, inteso come opposto delpiacere, il dolore naturale è ordinato alla gioia.

Esso può essere dovuto, sia nel suo aspetto fisico chein quello psichico, dal limite dell’uomo, dal suo divenire, cioè dal suoprocedere verso la realizzazione della propria meta, ad esempio dal suo decadimentofisico, ma no dalle patologie che sono dovute al peccato.

Ma il peccato aumenta innaturalmente i limitidell’uomo e ne corrompe la natura, infliggendogli un dolore innaturale checoinvolge l’anima minando la speranza.

I doni preternaturali che, insieme alla grazia, Dioconferì ad Adamo ed Eva, resero i nostri progenitori esenti anche dal dolorenaturale così come dice la dottrina della Chiesa, per cui anche dalla lotta chela ragione dell’uomo avrebbe dovuto sostenere (vincendo) contro i moti del suoappetito irascibile, cioè contro i moti della sua concupiscenza. 

 
 
 

Realtà

Post n°1333 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

L’intuizione non contrasta con la logica né, tantomeno, è il suo contrario, ma, anzi, è compatibile con essa.

E’ come uno sviluppo della logica dall’interno.

La logica, intesa come ragionamento che segue una viadimostrativa concetto dopo concetto, procede per gradi, un po’ come quando sivisita una città monumento dopo monumento, mentre l’intuizione è un po’ comeuna veduta della stessa città dall’alto, cosa che permette di individuaresubito un monumento anche se non sa precisare dettagliatamente il percorso perarrivarci. E’ come se l’intelligenza processasse un immenso numero diinformazioni e attraverso di esse emette un giudizio (che però non è per suanatura infallibile e perciò non è sempre conforme alla ragione).

Il linguaggio umano si poggia sulla ragione e su degliuniversali evidenti alla coscienza, altrimenti non potrebbe funzionare.

La conoscenza del mondo è permessa dai sensi, e illinguaggio si esprime attraverso simboli.

Tutto è conseguenza del linguaggio, cioè della parola,e in un certo senso tutto è linguaggio. Anche la matematica.

Solo che la matematica non è usata sempre da tutti,mentre il linguaggio è usato sempre da tutti. Di esso, infatti, non se ne puòfare a meno.

Il linguaggio esprime la filosofia, che a sua volta sipuò esprimere attraverso concetti difficilmente accessibili ai non filosofi,anche se tutti possono approcciarsi ad essa perché tutti siamo dei “filosofi”.

Attraverso la ragione, e perciò una certa filosofia,anche i non esperti possono emettere giudizi che, anche se semplici, possonoessere profondi, su materie che poco conoscono, perché esistono delle evidenze.

Per cui anche un profano può esprimere certi giudizisulle opinioni di scienziati atei, o sulle opere di artisti contemporanei che,più che esprimere originalità, esprimono solo stravaganza e provocazionegratuita.

Di fatto ci sono studiosi illogici, come dimostra ilfatto che alcuni di essi che mettono in discussione perfino la storicità diGesù Cristo, magari scrivono libri sui giganti a cui fa riferimento la Bibbia,senza tener conto del linguaggio in cui si esprimeva l’autore sacro.

O senza tener conto che la Rivelazione divinadell’Antico Testamento è avvenuta per gradi e usando spesso un linguaggioantropomorfico.

 
 
 

Libertà

Post n°1332 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Dio non può che esserci e, con la ragione illuminatadalla fede, non può che essere quello che ci ha rivelato il Signore Gesù.

Ne non credere (in senso di rifiuto, cioè al di là deicondizionamenti) non c’è una logica, c’è un “sentire” secondo un proprio“tornaconto” che l’uomo si è prefissato in contrasto con Dio e con la suanatura umana.

La coscienza della propria libertà, al di là di quantola libertà può essere concretamente esercitata, è intrinsecamente giàmanifestazione della libertà, e non solo la sua percezione illusoria. E’un’evidenza nella nostra coscienza, anche se non è sempre evidente nelle suemanifestazioni concrete.

Si colloca a livello spirituale, e non virtuale.

Ciò che sconcerta è che chi nega il libero arbitriodell’uomo spesso non ha dubbi al riguardo, e questa, senza entrare nellospecifico caso che può essere invincibilmente condizionato da molti fattori, èuna prova che l’uomo è libero di scegliere e di scegliere anche il male e lamenzogna. Che, cioè, può scegliere di credere a quello che vuole.

Eppure, se vogliamo usare un certo linguaggio mutuatodalla scienza, è una soluzione più dispendiosa e meno “elegante”dell’accettazione che l’uomo è libero.

Una presa di posizione, quella del negare il liberoarbitrio umano, che non deriva da un’osservazione che sia incompatibile conl’evidenza interiore che siamo soggetti liberi, come la presa di coscienza chesiamo psicologicamente influenzabili e condizionabili contrastasse, invece diintegrarsi, con l’osservazione che possiamo fare concretamente scelte che sonoa nostra discrezione, cioè a discrezione di quella coscienza che ci attesta chesiamo persone, che siamo noi stessi.

Certe decisioni prese attraverso un giudizio dovutoalla coscienza che non danno piacere, al di là delle ipotesi gratuite, sembranodimostrare che la gioia non si può confondere col piacere. Gioia e piacerepossono convergere e in Paradiso coincideranno, ma in questa vita non sempreconvergono.

A volte chi non accetta la Rivelazione divina scegliedi arroccarsi su posizioni umane, che non intende mettere in dubbio, comefossero frutto di una rivelazione privata che, non venendo da Dio, vienedall’uomo, ma che ha la pretesa di essere come infallibile. Un quadro assurdo.

Molti si chiedono se viviamo in una realtà simulatache potrebbe essere una realtà simulata e così via all’infinito (oppure seviviamo in un sogno, che a sua volta è un sogno, e così all’infinito).

Ma noi, che possiamo cercare l’infinito, siamo peròfiniti e viviamo il finito nel finito. E di questa realtà dobbiamo tenerneatto, perché è immanente.

Per cui il finito proprio delle creature (finito intutti i sensi, anche del nostro non infinito creaturale) deve finirenell’infinito inteso come Infinito soprannaturale, cioè come un’Entità soprannaturale(Dio), e non come una catena senza fine secondo l’intelletto umano, che èspirituale ma naturale.

Un infinito naturale non esiste nel concreto, ma solocome conseguenza logica dell’Infinito di Dio nella mente di coloro che sonostati creati a immagine di Dio, e se per pura ipotesi esistesse, sarebbe statocreato in modo da poter essere compatibile col creato e da poter giustificarsialla ragione come esistente in concreto.

Ma l’infinito è esistente come Esistenza, ed è Dio.

Questa ipotesi è più logica (e intuitiva da tutti,dotti e ignoranti) e meno dispendiosa di una serie infinita di realtàinspiegabili. E’ cioè, più misteriosa ma, nello stesso tempo, più evidente epiù compatibile con la ragione umana e con tutto il creato.

E’ più compatibile (anzi è pienamente compatibile)anche con le scienze, perché le scienze possono spiegarsi con l’ipotesidell’esistenza di Dio (anzi è l’unica loro spiegazione), ma non possonospiegare la sua non esistenza.

 
 
 

Promesse divine

Post n°1331 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

La certezza della fede (quella a cui fa riferimento ilConcilio di Trento), che è soprannaturale, si ha quando la ragione accetta unaverità rivelata da Dio alla Chiesa, e tramite la Chiesa a noi, che la supera.

La certezza del “cuore”, o del sentimento, che deveessere conforme alla retta ragione, può essere dovuta a un’azione della naturao della grazia, ma la ragione la può accettare solo in modo naturale.

Una certezza perciò naturale, ma non per questoincerta, in quanto la ragione è ordinata a cercare la verità, ma in sensoproprio non assoluta. Una certezza che viene detta “morale”.

Del resto il Catechismo della Chiesa Cattolica affermache all’inferno ci si fa per una libera scelta, he è presa nella coscienza, percui chi la prende è consapevole di ciò che fa (almeno a livello di coscienza,se non anche a livello psicologico). Dio può dare una certezza naturale, eperciò ragionevole, della salvezza, una certezza data dalla regione così comeper la ragione è naturale la conoscenza di Dio.

Per questo la Chiesa dice che, a livello di fede,nessuno può dirsi con certezza totale di essere in stato di grazia, a meno diuna rivelazione soprannaturale, che, però, essendo privata, può dare unacertezza personale, ma non come quella di un dogma.

Poi ci sono le promesse che Dio fa a tutti per mezzodi rivelazioni private ad anime mistiche o carismatiche, che se la Chiesaaccetta, sembrano connotarsi, se sono da noi credute nel modo in cui si crede aha una rivelazione autentica che si riceve dal Cielo, donano una fede moralecerta della salvezza.

L’importante è adempiere le pie opere in sincerità enella semplicità, così come dice la Chiesa.

E se lo dice la Chiesa, la certezza morale è anche unacertezza morale su ciò che la Chiesa, a parte la sua dottrina infallibile cheva creduta con fede soprannaturale, crede come Chiesa.

Una certezza, perciò, sufficiente a dare latranquillità.

 
 
 

Realtà

Post n°1330 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Un Dio cattivo non può esistere, perché Dio o è buono,o quello non è Dio.

Si può però concepire per assurdo, cioè solo comecontrario della verità.

Per cui non tutto ciò che si può concepire puòesistere.

Come può essere? Che la realtà sia limitata e che,perciò, Dio, che non può operare ciò che è assurdo, sia anche lui è limitato?

Il contrario: Dio è infinito proprio perché noncontempla l’assurdo.

Assurdo, ad esempio, è dire: esisto e non esisto nellostesso tempo.

Se esisto tale concetto non aggiunge nulla alla miaesistenza, ma, se mai, “toglie”, cioè ne depotenzia la dinamicità e larealizzazione.

E’ un po’ come il male, che non rimpiccolisce Dio, mala “portata” dell’amore di Dio in noi.

Spesso ciò che sembra ampliare le possibilità delreale, in realtà limita la percezione del vero reale, e perciò di Dio, che èl’Infinito trascendente.

Il paradosso può essere concepito così come può essereconcepito il male. Il paradosso, se così si può dire, esiste, ma come assurdo,così come il male esiste come male, cioè come azione o, meglio, atto, che negal’essenza della Realtà in quanto coincidente sostanzialmente nella Verità.

Esiste come atto libero che si sottrae alla verità ecome possibilità di male.

Esiste come realtà inesistente nella Realtà.

E’ nell’esistente ontologico che nulla è impossibile aDio.

E l’esistente non “delimita” le sue possibilità che inDio.

Le possibilità della Realtà sono quelle stesse di Dio,in quanto Dio è la Realtà di tutto ciò che è reale.

Dio che opera al di fuori di sé, Dio lo fa liberamentee non necessariamente, e se, al di fuori di Dio, si pensa che tutto èassolutamente necessario solo perché esiste, si nega Dio come onnipotente.

 
 
 

Giustizia e amore

Post n°1329 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Se la giustizia (terrena e perciò parziale) fa larivoluzione, l’amore invece custodisce e fa crescere il seme buono, anche setra le erbacce.

L’amore amplia la giustizia operata con la bilanciache, anche quando è imparziale, è sempre parziale, nel senso che, anche quandonon è di parte, considera solo una parte (ma le due forme di imparzialitàtendono a coincidere).

La giustizia parziale, infatti, anche fosseimparziale, rende ingiusta la Giustizia, come quando Lukaku, dopo essere statofatto oggetto di insulti razzisti, ha esultato “troppo” dopo un gol ed è statoespulso proprio lui.

Non che l’amore sia opposto alla giustizia (umana), maè la giustizia ad opporsi all’amore, e soprattutto all’amore di Dio (carità),che è il più alto atto di giustizia divina.

All’opposto dell’amore dono, infatti, c’è l’amoreegoistico, come tanti rivoluzioni e ogni forma di giustizialismo stanno adimostrare.

 
 
 

Pie pratiche

Post n°1328 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Se l’uomo non avesse commesso il peccato originale,sarebbe stato sempre nella pace e certo della sua salvezza.

Un po’ come i santi, che erano nella pace perché sifidavano totalmente di Dio e spesso sono stati confermati nella grazia (maanche chi non lo è stato sapeva che solo con un atto veramente voluto dellavolontà si sarebbe auto escluso dalla salvezza, ma unicamente per sua decisione).

Ma noi, spesso, non rispondiamo a Dio come luivorrebbe, e poiché, sebbene chi è in stato di grazia si affida a Dio, abbiamobisogno non solo di legare l’interiorità a pratiche esteriori come anche isanti, ma anche tendiamo a fidarci troppo della nostra opera, Dio, perspingerci a una fede più forte, permette soprattutto per i mediocri, certe piepratiche, in particolare quella dei Primi venerdì del mese, a cui è legata lasalvezza eterna.

Una pratica non solo riconosciuta dalla Chiesa, maanche interpretata in senso letterale, come dimostra la bolla di canonizzazionedi Santa Maria Margherita Alacoque, in cui è riportata alla lettera.

 
 
 

Realtà

Post n°1327 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Per dirla con San Tommaso d’Aquino, tutto quello chepossiamo dire su Dio, è paglia.

A volte, a parte i principi della fede, sembra che diciamosolo banalità.

Ma in realtà non solo quello che possiamo dire, maanche quello che possiamo pensare di lui è paglia.

Il ragionamento è limitato, la natura di creature èlimitata, noi siamo limitati, e lo è la nostra vita… mentre Dio è illimitato einfinito.

Ma possiamo dire delle verità, come dei punti fermi,delle coordinate della fede e della ragione, e su queste cercare di comprendereciò che possiamo comprendere.

La teologia, perciò, non solo è la scienza piùimportante perché fa direttamente riferimento a Dio, ma è anche la più sicura,perché parte da concetti che sono certissimi, in quanto dati di fede, e losviluppo teologico è controllato dalla Chiesa, e dal Papa in particolare, cheriguardo alla fede e alla morale, è infallibile.

La scienza, invece, parte dalle osservazioni e dalleipotesi.

Il vantaggio degli scienziati è che spesso studianocose che solo loro possono capire, mentre gli scienziati capiscono le altrematerie, che tutti apprendono fin da piccoli, anche se in pochi ne sono gliesperti. Ma resta il fatto che, più un argomento tocca la spiritualità e fariferimento a Dio, più è essenziale.

Se la filosofia aiuta a capire la teologia, lateologia fa capire la filosofia, nel senso che la illumina.

Nella scienza nulla è davvero scontato e ci possonoessere più modelli e teorie più o meno equivalenti per spiegare certi fenomeni,che in ogni caso devono essere conformi e compatibili con la logica e con lafede.

E la tecnologia fa da arbitro, nel senso che aiuta afare previsioni.

 
 
 

La fede soddisfa la ragione

Post n°1326 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

E’ sorprendente come spesso i non credenti, perspiegare certi misteri che solo credendo in Dio si possono spiegare, orifiutano a priori l’ipotesi dell’esistenza di Dio inteso come un esserepersonale e trascendente, creatore dal nulla di tutte le cose e giudice deibuoni e dei malvagi, o fanno teorie astruse, molto più “dispendiose” (nel sensodel “rasoio di Okkam) e molto meno ragionevoli dell’“ipotesi” Dio.

Eppure a Dio si può arrivare con la sola ragione e, sevogliamo, anche col supporto di un sano sentimento, che non contraddice affattola ragione (almeno così come permettono i condizionamenti dovuti al peccato).

Con la fede, poi, tutto torna in modo più potente,perché la fede perfeziona la ragione.

Ma alla fede non ci si può arrivare attraverso la solaragione, cioè non la si può credere con certezza assoluta, e conseguentementesoprannaturale, senza l’aiuto della grazia, conformemente a come essa sipropone.

Ad esempio: la ragione può arrivare al concetto dipeccato, perché l’uomo è libero, ma la fede ci propone come verità certissima,la dottrina del peccato originale che, a posteriori, cioè una volta credutaattraverso la grazia, illumina la ragione sul peccato, portandola più inprofondità.

E la prova è che molti, sebbene conoscano benissimo ladottrina sul peccato originale, non vi credono, e nemmeno psicologicamentesembra facciano di tutto per aprirsi a tale eventualità, che a loro puòsembrare banale.

E perciò, di fatto, non la capiscono, cioè non nepercepiscono la profondità e non la contemplano, rimanendo in superficie.

 
 
 

Possibile e impossibile

Post n°1325 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Se per assurdo, come dice una certa filosofia,l’impossibile non è il contrario del possibile, ma solo il contrario delnecessario, e del contingente che in un certo senso, essendoci, è in qualchemodo necessario (ma necessario in senso assoluto è Dio), cioè di ciò che c’è eche, visto che c’è, non potrebbe non esserci, allora dove sta la libertà? Edove è Dio, Colui che è?

 
 
 

Rivelazione e rivelazioni private

Post n°1324 pubblicato il 17 Giugno 2023 da sinaico

Come la riproduzione delle immagini di Gesù che alcunemistiche hanno avuto attraverso delle rivelazioni private, o anche come i voltidi statue e dipinti sacri formatisi miracolosamente, ai nostri occhi materialinon splendono di luce soprannaturale, così le parole delle rivelazioni privaterispetto alla Parola di Dio.

Se la Parola di Dio è la realtà, le parole dellerivelazioni private ne sono come l’immagine, perché la forza soprannaturaledella Parola di Dio si manifesta direttamente attraverso la Chiesa, mentrel’evento soprannaturale di una rivelazione privata è mediata dalla natura delveggente e da quella di chi vi crede.

La Parola di Dio è un mistero presente che la Chiesainterpreta secondo verità ma senza esaurirlo, mentre le parole dellerivelazioni private, la Chiesa le interpreta secondo la dottrina dellaRivelazione.

E’ un po’ come la differenza tra un libro su DanteAlighieri e Danta Alighieri, tra la filosofia e la realtà, e, a maggiorragione, tra la teologia e Dio.

 
 
 
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NON AVERE ALTRI DEI DI FRONTE A ME (DT 5,7)

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi; nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio (Dt 11,9-13) 

 

Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che "svelino" l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza... (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2116).

 

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