Tartarughe rosa e...

Post N° 353


"Tramonto" - Virginio MessoriLasciò cadere la sigaretta sull’erba umida e il fumo dell’ultima boccata invase l’abitacolo.Lei fece una smorfia fingendo di star soffocando, come ogni volta che lui fumava in sua presenza.Era un pomeriggio di ottobre, l’aria ancora tiepida accarezzava il volto pallido e dolce di Sara.Che ci faceva lì? In auto, su quella scogliera con Fabio, a guardare il mare, le onde, i pescatori solitari?Aveva mentito per essere con lui.Una bugia innocente. Avrebbero dovuto prendere un caffè insieme e invece erano finiti lì.Si erano conosciuti poco più di un anno prima, in una notte d’estate che odorava di destino.Subito un intenso feeling. Così grande da far sembrare loro che quell’incontro non fosse stato casuale.Si eran sentiti marionette guidate dal sapiente tocco di un Mago Burattinaio.O di qualche amico comune, con il complesso di Cupido.C’era stata attrazione all’inizio. Per un breve lasso di tempo, Fabio era stato quasi ossessionato da lei, non smetteva di cercarla. E Sara si era creduta innamorata di lui. O magari, come spesso succede, era solo voglia di crederci.Ma il bisogno che avevano l’uno dell’altra non era l’amore che entrambi cercavano ed una volta raggiunta in modo burrascoso, questa consapevolezza, avevano trovato il loro equilibrio. E adesso erano lì, con il sole sempre più timido e parole che gli si strisciavano addosso.Parole come racconti e musica. Con chi altro avrebbero potuto parlare così?A chi raccontare il mondo con i colori della poesia, senza sentirsi fuori posto? Non erano amanti Sara e Fabio, forse erano amici.Non lo sapevano, non avevano etichette.La loro era una di quelle storie che fluttuano nell’atmosfera.Come le gocce sospese nell’aria dopo i temporali, il cui riflesso baciato dal sole forma l’arcobaleno.