Tartarughe rosa e...

Fanfullicchie, Signori!


 “Fanfullicchie! Fanfullicchie!”“Le fanfullicchie, fanfullicchie!”“Fanfullicchie! Fanfullicchie!”Le voci si sollevavano dal banchetto a intervalli regolari.Il vecchio, la donna, il ragazzo. Così sincronizzate da sembrare un atipico ed insolitamente sgradevole canto a cappella.Avevo le guance bollenti e camminavo speditamente con le mie scarpe rosse e fuori luogo, spezzando l’aria fredda, troppo fredda per un autunno appena alle porte.“Fanfullicchie! Fanfullicchie!”“Le fanfullicchie, fanfullicchie!”“Fanfullicchie! Fanfullicchie!”Era la nenia di Ognissanti, puntuale ogni anno. Come la gente che affollava il cimitero, nemmeno fosse la piazza del paese di domenica, nell’ora di punta.Quante facce annoiate ed ipocrite, non so se migliori o peggiori della mia, solo facce estranee.Erano lì, perché bisognava esser lì. C’ero anch’io, ma non c’ero. Ed il mio groviglio di questioni irrisolte me lo portavo appresso ogni giorno. Lì a bloccarmi lo stomaco e le emozioni.Ma c’ero perché dovevo esserci, perché a qualcuno importava che io ci fossi e quindi al di là delle polemiche sterili sull’esserci od il non esserci in questo particolare giorno, io ero lì, nella mia atea freddezza e non necessariamente solo per “far numero”. Lì col corpo e con il mio personale dolore fisico che ancora mi provocava guardare certi pezzi di carta fotografica, raffiguranti corpi migrati.E con me c’erano i ricordi, quelli che a volte imprigionano e a volte liberano, “Le fanfullicchie” erano un ricordo di quelli piacevoli, che potevo rinnovare ogni anno. Un ricordo bello, perché le fanfullicchie venivano sempre dopo il “dovere”, sempre dopo le preghiere, sempre dopo quella passeggiata che ogni volta, mi sembrava troppo lunga e faticosa.Caramelle fatte in casa, come si facevano una volta, con lo zucchero ed il colorante, un sapore dolciastro che non mi piaceva nemmeno, ma reso delizioso dal precedente percorso obbligato, che da piccina, mi sembrava così pesante.In fin dei conti un sapore rassicurante, che nella migliore delle ipotesi, non sarebbe cambiato mai…“Fanfullicchie, signori! Fanfullicchie!”“Le fanfullicchie, fanfullicchie!”“Fanfullicchie! Fanfullicchie!”