Tartarughe rosa e...

La felicità.


Sì, insomma di quella cosa che pare che sia sempre più rara e difficile da raggiungere.Colpa della crisi economica, colpa delle crisi esistenziali, colpa del volere sempre di più, colpa dell’accontentarsi, del non andarsi bene, del non accettarsi o del non accettare. Del mugugnare o del sospirare. Colpa nostra per lo più.Eppure se ci si ferma un attimo, si capisce che a volte basta proprio poco così.Fermarsi. Guardarsi un po’ intorno. Pensare un attimino. Farsi contagiare da un pensiero positivo. Basta uno, giuro! Uno solo! E se volete lo facciamo durare anche poco.Ho scoperto che può essere colorata, ma anche no! Non ha regole la felicità. Può stare nell’aria oppure in un piatto. Puoi tenerla in mano o solo percepirla.Oggi io l’ho mangiata e non aveva un sapore diverso da ciò che mangio di solito. E questa cosa mi ha fatto pensare che se volessi, potrei averne sempre ed in grandi quantità. Perché sta dove la metto io.“Solo” non capisco perché io non riesca a goderne ogni giorno. Magari è come quando si ripone qualcosa dicendo: “Lo metto qui, così lo trovo subito”. Ed è matematico dimenticarsene.Dovrei lavorarci un po’ di più su questa “applicazione” della realtà…dovrei, dovrei…Oggi è andata così: