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La roggia Gallerana


 La roggia Gallerana ha una storia antica, infatti fu fatta scavare da Fazio Gallerani in forza di due concessioni rilasciate dal duca di Milano Gian Galeazzo Sforza: una datata 15 agosto 1475, l'altra in data 7 gennaio 1476. Fazio Gallerani era stato ambasciatore del duca e aveva acquisito vari possedimenti a Carugate, dove si era anche fatto costruire la villa, ancora esistente, chiamata la Gallerana. Ebbe otto figli di cui la penultima, Cecilia, è la Dama con l'ermellino raffigurata nel famoso dipinto di Leonardo(4).La roggia Gallerana, come la vicina roggia Ghiringhella, era costituita da due tratti: il primo nell'Alta Brianza, raccoglieva le acque di varie sorgenti nella zona del Piano d'Erba e le incanalava nel Lambro in località Ponte Nuovo a Merone, da qui il secondo tratto le riprelevava in località molino Spadìt, o molino Sesto Giovine, nel comune di Villasanta e le portava, passando da Monza(5), fino a Brugherio e Carugate ove iniziava il loro utilizzo a scopo d'irrigazione a partire dal mulino dell'Offellera, in territorio di Agrate, verso est fino alle cascine Galeazza, Graziosa e Fedelina nel territorio di Carugate, nonché verso sud, fino alla cascina S. Ambrogio nel territorio di Brugherio.Il punto di derivazione della roggia dal Lambro è illustrato in un disegno seicentesco custodito all'Archivio di Stato di Milano (Fondo acque, p. a., c. 318), che illustra il corso del Lambro dai laghi di Como e Pusiano fino all'incrocio con il Naviglio della Martesana, ed è riprodotto nella sua interezza nel libro "Storia di Monza e della Brianza"(6) dove viene così presentato: "Il disegno del fiume , che tanta importanza ha avuto nella storia dell'agricoltura e delle attività economiche dell'agro monzese, è opera dell'ingegnere milanese Pietro Antonio Barca. Esperto di architettura militare e civile, soprattutto di canalizzazione, il Barca è noto come costruttore del palazzo di Giustizia di Milano.Il disegno, con l'indicazione dei mulini posti lungo le sponde, nonché delle bocche per la derivazione dell'acqua, è del 1615 e venne allegato ad una relazione redatta dal Barca e da un altro ingegnere collegiato di Milano, allo scopo di suggerire l'attuazione dei lavori che consentissero un maggior sfruttamento delle acque per gli usi irrigui e industriali".L'acqua del Lambro che la roggia Gallerana ancora nel 1865 prelevava nella quantità di ben 500 litri al secondo(7), venne utilizzata per l'irrigazione fino al 1968, anno in cui fu rilevato, nelle sue acque, un eccessivo inquinamento; vennero da allora preferite le acque del canale Villoresi (realizzato alla fine dell' Ottocento) il quale, per un breve tratto, a partire dalla cascina Doppia andando verso nord-ovest, si era sovrapposto alla preesistente roggia Gallerana. Nel 1969 il consorzio Gallerana si sciolse e il comune di Monza, avendo acquisito i diritti sulla roggia, utilizzò parte del suo percorso per l'interramento dei condotti fognari.Oggi quindi la roggia esiste ancora solo nel suo tratto terminale da Agrate fino a Carugate, ove come allora fornisce l'irrigazione agli antichi prati stabili. Note (1) Cfr. L. Barzaghi, Corti e cascine nei territori di Vimercate e Oreno fra il 1750 e il 1900, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, Relatore prof. F. Barbieri, A.A. 1990-91, pp 112-113. (2) Cfr.C. Perogalli, Carattere dell'architettura rurale lombarda, in AA. VV. , "Recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio. Le cascine lombarde", Milano, 1998, p.57.(3) Don Nemesio Farina (parroco di Agrate Brianza dal 1949 al 1989), "La curt di Murnéen" scritto pubblicato sul bollettino della parrocchia di San Eusebio.(4) Sui Gallerani cfr. F. Capponi, Gallerani, una potenza in Brianza, in "Il Cittadino", Monza, dicembre 1998.(5) Nel comune di Monza la roggia percorreva un lungo tratto: lungo le stradine oggi chiamate via Gallarana e via del Molino S. Michele, del quale garantiva il funzionamento, quindi in via Libertà, toccava poi le cascine S. Giacomo e S. Paolo, correva quindi lungo la via Modigliani, dietro al palazzo dell'INPS, infine, oltrepassato l'odierno viale Sicilia, procedeva sempre a zig-zag in direzione di S. Albino e di Brugherio.(6) AA. VV., "Storia di Monza e della Brianza", Milano 1969, volume III, Tav. 17,(7) Cfr. M.G. Sala Zamparini, M.T. Vismara, Agrate Brianza tra memoria e futuro, Agrate Brianza 1989, p. 167 e A. Tornaghi, Il paese di Carugate, Carugate, 1973, pp. 100-101.Tratto da: Gli ultimi mugnai dell'Offellera di Agrate