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UN AMORE DI CANE

 

 

Papaveri

Post n°144 pubblicato il 02 Giugno 2011 da pioggia_sottile0
Foto di pioggia_sottile0

Papaveri color rosso vivo, esaltano la primavera inoltrata.

Maestosi, esili e fluttuanti, sono i principi dei verdi campi di grano.Li cerco con lo sguardo, per perdermi nell’oblio.
In tanti si raggruppano per accendere la vita, la passione.

Perché non crescere nel mio giardino?

Non voglio piantarli, voglio che loro scelgano me.
Mentre ai bordi delle strade asfaltate, incuranti della polvere e dello smog, sembra che crescano quasi per dispetto.
Ne raccolgo solo un paio, illudendomi di toglierli ad un ambiente per loro poco degno.

A casa, immersi nell’acqua di un vaso, dopo un solo giorno, stanno diventando evanescenti.

È questa la loro caratteristica:  una forza evanescente che dura un battito di ali.

Ieri, un addetto comunale, si occupava di pulire le strade.
Lentamente, la macchina falciatrice avanzava e divorava le alte erbacce.

In fondo c’erano anche i papaveri.

Dall’altro lato della strada, nella mia impotenza stavo gridando: - No! –

Perché non riconoscere la vostra bellezza?

Nei giorni precedenti, non avevo voluto portarvi a casa.

Per non cedere al mio egoismo di vedervi vivere un solo giorno.

Ma ora è giunto il vostro tempo.

Voi che pensavate di colorare tutto questo grigio!

Ma i papaveri mi hanno chiamato e mi hanno invitato ad osservarli meglio: avevano perso il loro rosso scarlatto, lentamente stavano sbiadendo.
Il loro ciclo era già finito e la loro missione compiuta.

 
 
 

Figli di un dio minore

Post n°143 pubblicato il 21 Maggio 2011 da pioggia_sottile0
Foto di pioggia_sottile0

È tardi pomeriggio, scendo dal tram col mio braccio ingessato (regalo inaspettato di una caduta che mi ha procurato una frattura al polso). Appena chiuse le “porte” automatiche del tram dietro di me, davanti, un ragazzino di circa dieci anni, con una valigetta nera in mano, che sembra più grande di lui, mi fa cenno di fermarmi. –Signora, signora…-  la sua voce è sottile come quella di un uccellino. Cerco di vincere le solite dannate resistenze. Lo guardo meglio : un bel bambino, di carnagione bianca, con la faccia pulita, vestito in modo semplice ma più che dignitosamente. L’accento lascia trapelare che forse le sue origini sono dell’Est.
- Signora, mi può dire dove passa il ‘95’ ? – So che il tram che chiede lui, va in direzione della parte opposta di dove si trova, perciò gli chiedo di spostarsi dall’altra parte della strada , dove poco più distante c’è una fermata. Lui però mi dice che c’è già stato e che da lì non si ferma. Mentre penso a quale indicazione più utile posso dargli, il ragazzino disorientato, dice avvilito : - E adesso come faccio a tornare a casa? – In quel momento sento una stretta al cuore, un senso di tenerezza e la voglia di proteggerlo. Cosa ci fa un bambino tutto solo in un paese che conosce poco? Qualcuno forse gli ha affidato delle commissioni da fare, spiegandogli come fare poi a tornare a casa?A quel punto sono certa che non sia italiano. Ormai, dalle mie parti, non si vede più nessuno in giro da solo a quell’età.

Forse qualcuno lasciava liberi di girare i propri figli così, negli anni ’70. Quando ancora non si sentiva parlare di pedofilia o di bambini che improvvisamente spariscono nel nulla….Ora i ragazzini di quell’età sono rigorosamente accompagnati da un genitore o da un nonno, o comunque da un adulto che ne fa le veci.
- Dove devi andare ? – gli chiedo, cercando di capire meglio. Mi spiega che deve arrivare in un paesino di campagna distante circa 10 km. Gli dò delle indicazioni per arrivare alla stazione, perché so con certezza che da lì passa il ‘95’. Poi penso che se un ragazzino così piccolo è passato inosservato al conducente del tram precedente, forse potrebbe esserlo anche per gli altri… Allora gli vado dietro e gli chiedo se vuole telefonare ai suoi genitori. Lui mi risponde, che non può farlo perché ha finito i soldi , andando dritto nella direzione che gli ho indicato. – Se vuoi, li chiamiamo con il mio cellulare! – Gli dico. Lui mi risponde, sorridendo con fierezza, che non importa, continuando a camminare. A quel punto lo saluto e mi avvio nella direzione opposta per tornare a casa.

Passano 5 minuti e vedo il tram ‘95’ dirigersi verso la stazione. Ce l’avrà fatta quel piccolo a prenderlo o dovrà aspettare quello successivo? Ora posso solo augurargli che vada tutto bene.

Più tardi viene a trovarmi a casa un’amica buddista. Sento il bisogno di raccontargli questo episodio. Le chiedo poi di inviare un pensiero positivo a questo ragazzino…

Lei mi guarda con un sorriso beffardo, e mi dice : - Doveva essere uno zingaro! – Come a dire : non hai capito niente, ti sei preoccupata inutilmente. Il suo sguardo è come se mi dicesse : - quella è solo "feccia", sono ragazzini che vengono lasciati in giro per andare a rubare nelle case! –

Ipocrita! Tu che vai a fare “corsi spirituali” e spieghi agli altri che cos’è la compassione del Budda! Dove è andata a finire ora , quella famosa “compassione”? Sento una rabbia enorme, esplodere dentro di me.

A parte il fatto che *non era affatto uno zingaro* ma se anche lo fosse stato?
Si tratta in ogni caso di un bambino che si è perso, io non vedo altro.
Forse che i “nostri” bambini  con le camicie stirate dalla mamma, hanno più diritto di essere aiutati?

Oppure è molto meglio fregarsene e mettersi in pace la coscienza con un – tanto è uno zingaro –

Rabbrividisco di fronte alla paura e all’indifferenza delle persone.
Ma in che epoca sto vivendo?

 
 
 

Amare di più

Post n°142 pubblicato il 27 Aprile 2011 da pioggia_sottile0
Foto di pioggia_sottile0

Una mattina, poco prima di Pasqua, tornavo a casa dopo essere passata dal negozio di frutta e verdura biologica con due belle cassette piene di ortaggi e frutti di stagione. Fuori c’era un bel sole alto  e la giornata era luminosa e sorridente.
Parcheggiai come al solito sotto casa, aprii lo sportello posteriore della macchina e feci per prendere le verdure.

Con la coda dell’occhio notai però che, dietro alle mie spalle, un ragazzo tunisino, vagava con la bici e ad un certo punto si fermò proprio davanti alla casa della mia vicina. Il cancello di questa signora anziana è sempre aperto, perché probabilmente lei si fida molto degli altri.

Il ragazzo scese dalla bicicletta e strappò una specie di frutto dal suo giardino, poi se lo portò alla bocca. In quel momento mi girai, non volevo che capisse che lo stavo guardando, pensai che forse aveva fame, ma quel frutto sicuramente era immangiabile perché in quel giardino ci sono solo fiori e piante da ornamento. Presi la cassetta con la frutta e mi girai per portarla dentro casa.

In quel momento il ragazzo tunisino si avvicinò a me e guardando la cassetta con i frutti colorati mi chiese se potevo dargli qualcosa perché aveva fame. Io allora gli dissi che quelli che stava guardando erano dei limoni , poi aprii nuovamente lo sportello dell’auto e presa dall’altra cassetta una mela,  gliela porsi con il cuore, con un bel sorriso , sentendo di aver fatto una buona azione.

Lui però a quel punto, avendo visto un bel cestino di fragole, mi disse che voleva quello perché a lui piacevano molto.

A quel punto, scattò qualcosa dentro di me, pensai che quelle fragole biologiche le avevo pagate tanto e che forse tanta fame non doveva averne per desiderare delle fragole.

Così gli dissi che le fragole piacevano anche a me e se le avessi date a lui io sarei rimasta senza e non gli diedi altro.

Una volta dentro casa però cominciai a capire quanto è ipocrita la nostra bontà. Io avevo dato a lui, qualcosa che non mi costava neanche così tanto, qualcosa di cui avrei potuto fare a meno.

Molto diverso sarebbe stato invece donare la cosa che mi piaceva di più.

Mi tornarono in mente le parole di Gesù : - Ama il tuo prossimo come te stesso! –

Io non lo avevo amato come me stessa. Raccontando ad amici questo episodio, la maggior parte di loro mi dissero che io mi ero comportata più che bene, che in fondo gli avevo pur donato qualcosa e casomai, lui era stato prepotente nel chiedermi ancora qualcosa di più, che comunque bisogna mettere dei paletti a queste persone perché altrimenti se ne approfittano, ecc.

Però dentro di me capii che questa è stata sicuramente una prova.

Noi a volte crediamo di fare delle buone azioni, solo per mettere in pace la nostra coscienza, ma se ci viene chiesto qualcosa di più allora viene fuori il nostro “ego” , i nostri “attaccamenti”.

Le fragole per me, in fondo erano qualcosa di superfluo, anche se le avevo pagate tanto.

C’è chi ha dato la propria vita per il prossimo, in fondo a volte non ci viene chiesto così tanto.

Voglio imparare ad amare di più.

 
 
 

Una giornata particolare (2) (insegnamenti di colore)

Post n°141 pubblicato il 26 Marzo 2011 da pioggia_sottile0
Foto di pioggia_sottile0

Dopo pranzo ho un appuntamento con una sarta. È la prima volta che vado da lei, ci siamo sentite solo al telefono.
Rimango sorpresa, quando ad aprire la porta del monolocale , si presenta Lucia : una ragazza di colore.
I lineamenti potrebbero essere un misto fra africani e indiani. Le sorrido, noto che lei è un po’ impacciata, forse non si aspettava che qualcuno potesse rispondere al suo annuncio.
L’ambiente è stato separato da tende dai colori della terra, ripresi anche dai quadri appesi e dai centri- tavola. Adoro quel misto di semplicità, di unicità e accuratezza. Quel modo diverso di curare i dettagli. Lei invece, secondo me, si sente un po’ a disagio.

Poi, dopo un po’, rompo il ghiaccio e le racconto di come ho trovato il suo annuncio.

Le dico che anch’io ho provato ad imparare a cucire e così scopriamo di aver partecipato ad un corso con una stessa insegnante. Entrambe abbiamo vissuto lo stesso tipo di esperienza. Lei poi si è specializzata per conto proprio.

Ancora una volta, nella stessa giornata, sento che c’è una comunicazione pura, senza alcun tipo di maschere.

Mi sto rendendo conto, che è sempre più frequente, trovarla con persone di altre razze.
Io abito in un piccolo paese, dove la gente mormora , va sempre di fretta, si conosce tutta e troppo spesso giudica.
Odio gli atteggiamenti razzisti, la mancanza di apertura mentale.
Ho conosciuto persone di altre razze, di altri paesi, e tutti si sono rivelati delle persone di tutto rispetto, dal cuore grande e con una grande forza di dignità.

Torno con la mente, ad una settimana fa. Stavo facendo la coda in un negozio di elettrodomestici. La signora del negozio, ci dice che possiamo spostarci nell’altra cassa per abbreviare i tempi di attesa.

Davanti a me c’era una robusta donna di colore. Mi sembrava che emanasse una sorta di aura giocosa e positiva. Così quando ci spostiamo, rallento il passo per evitare di passargli avanti.

Lei invece camminava nel suo solito modo: rilassata, senza preoccuparsi. Col suo movimento che ricordava un po’ una danza. Non aveva paura che qualcuno le potesse rubare il posto.
È questa la differenza abissale fra noi e loro. Io penso che chiunque del posto avrebbe cercato di darsi da fare, anzi magari se possibile approfittando della situazione.

Perché con lo stress che consuma le nostre anime, siamo sempre più attaccati alle cose, tutto ci è dovuto, e se non lo è ce lo prendiamo. Ci sembra tutto nostro, perché siamo diventati più cinici ed egoisti. E se qualcuno fa uno sgarro a noi, lo viviamo come una sconfitta personale, come il non essere stati abbastanza accorti. E invece questa signora, sembra non preoccuparsi di nulla, che le cose comunque procedono ugualmente.
“Lasciare correre” che bell’insegnamento!

La signora dell’altra cassa ci chiede se siamo insieme. Mi giro per guardarla , diverse di aspetto : io bianchissima, con i capelli chiari e gli occhi chiari, lei l’opposto. A questa domanda mi è uscito un sorriso spontaneo, uno di quei miei momenti che normalmente  nessuno, a parte i bambini, riesce a decifrare. Invece lei, risponde al mio sorriso, e ridiamo assieme, senza alcun tipo di malizia. Sono rare le persone che riescono a condividere con me, questi i momenti . :-)

Ritorno al presente e chiedo a Lucia se , più avanti sarebbe disposta a darmi qualche lezione individuale di cucito. – Certo! Puoi venire quando vuoi… e non voglio niente! -
Ancora una volta rimango meravigliata. Naturalmente le dico che le pagherò le lezioni.

Ancora un altro insegnamento a noi miseri occidentali che ci sentiamo così tanto superiori.

 
 
 

Una giornata particolare (1)

Post n°140 pubblicato il 26 Marzo 2011 da pioggia_sottile0
Foto di pioggia_sottile0

Io credo che ad ognuno di noi, capiti di tanto in tanto di vivere delle giornate “particolari”, fatte di momenti magici e irripetibili. Penso alla mia giornata di ieri, partita male: un’ ennesima discussione inutile e assurda. Scappo letteralmente da casa, carico la mia cagnetta in auto e mi metto al volante. Mi asciugo le lacrime agli occhi, con un gesto che pare volerle gettare altrove. La destinazione è un parco pubblico vicino al mare. Ora che siamo arrivate, sento che l’aria è calda, il sole è alto e sorride luminoso. Wendy si guarda attorno, e poi , una volta liberata dal guinzaglio, corre felice con una punta di leggera prudenza, poiché l’ambiente non è conosciuto. È uno dei tanti comportamenti saggi della razza canina, non si finisce mai di imparare da loro.
L’erba fresca, ancora un po’ umida, attorno alti cespugli. Sono cresciuti tanto. Questo era il posto preferito da Jack. Era così riconoscente quando, nei primi giorni di primavera, lo portavo qui. Si rotolava subito sulla schiena, sull’erba e sulle margherite. Sembrava ringraziare me, il prato, tutto ciò che lo circondava… ringraziava la vita, nonostante il sempre meno tempo che riuscivo a dedicargli… nonostante la salute che peggiorava…Wendy conosce poco questo posto. Prima, portarla qui, era un po’ come tradire Jack.
Un gatto bianco e rosso, seduto sull’erba si gode il calore del sole e ci osserva, mentre avanziamo nella sua direzione. Wendy è ora al guinzaglio. A lei stanno antipatici i gatti, mentre Jack li trattava quasi da pari. I confronti sono inevitabili e quasi sempre sono a favore di Jack: povera Wendy!Il gatto è ora balzato dentro un cespuglio, mentre la mia cagnetta brontola rabbiosa, è una scena un po’ ridicola , così mi metto a ridere come una bambina . Davanti a noi c’è un piccolo lago. Oche, cigni, e germani reali si spostano decisi verso l’acqua. Osservo questi ultimi dai colori brillanti, dovrebbe essere ancora la stagione del corteggiamento. Uno di loro, che stava galleggiando , con un movimento repentino si rovescia e si immerge sott’acqua, un altro che si trovava vicino ad un canneto, spaventato dal nostro arrivo,  prende il volo per dirigersi verso il lago.  Questi animali dall’aspetto simpatico, pur essendo un po’ buffi, sono in grado di interagire con tre elementi : terra, aria e acqua, non è poco! L’uomo dovrebbe guardare ai suoi fratelli minori con un po’ più di rispetto e meno superiorità.
Proseguo scaldata dal sole, l’odore è quello del mare misto alla terra bagnata.
Dalla parte opposta, una signora con un cane bianco al guinzaglio. – Scusi è una femmina? – Conosco bene questa domanda, era quella che facevo sempre io agli altri, quando giravo con Jack. Lui era dolcissimo con tutti tranne che con i suoi simili maschi.
Rispondo :- Sì! –

- Bene, allora la veniamo a conoscere ! –
Iniziamo a parlare dei nostri piccoli amici. Sento subito, che c’è uno scambio unico, una condivisione di emozioni, a volte difficile da provare anche con le persone vicine. Io sento di essermi liberata di parecchie maschere, anche se devo dire che mi è sempre sembrato di portarne poche, ma non posso saperlo…. È questo che attira le persone verso di me? Sono passata per l’inferno…. e ora che mi sembra di essere uscita da un abisso, finalmente decido per la vita.
Nonostante le contraddizioni della vita stessa, perché alla fine , come diceva una persona a me molto cara, quello che veramente è importante,  è l’amore.

Mi meraviglio a parlare di Jack con la signora appena conosciuta, le faccio vedere la foto che tengo nel cellulare. Le racconto che quest’anno a distanza di due anni, nel punto del giardino, in cui l’ho sepolto, sono cresciuti dei “non ti scordar di me”. Una bella coincidenza! A riprova che l’amore vince su tutto. La signora si commuove, passiamo altro tempo a parlare e poi ci accorgiamo che si sta facendo tardi. Mi dice, che può darsi che ci re-incontreremo , perché lei al parco ci va tutti i giorni.

 
 
 
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Un blog di: pioggia_sottile0
Data di creazione: 08/12/2007
 

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