Pioggia Sottile

Il più egoista


In un’azienda lavoravano tre donne. La prima soleva arrivare in ufficio con un’entrata degna di un’attrice di Holliwood, non un capello fuori posto, passo grande e sicuro , si divertiva a sfilare  davanti agli sguardi attoniti degli altri colleghi che la vedevano indossare ora, un abito di Armani, ora, un completo di Versace o di altri stilisti famosi. Con una forma fisica splendida,  ogni giorno, sempre impeccabile, arrivava alla sua scrivania , gesticolando appena un po’ per far notare l’ultimo suo anello di brillanti.  La sua, era una scrivania speciale, era quella della capo-reparto, e solo lei sapeva cosa aveva dovuto fare per ottenere quel posto! Di scrupoli non se n’era mai fatta, la sua ambizione aveva sempre prevalso su ogni altra cosa.La seconda era una semplice segretaria e stava nell’ufficio accanto. Arrivava in ufficio con un’andatura traballante e, con un sorriso stampato sulla bocca, salutava i colleghi,  buttando qua e là  qualche frase spiritosa, giusto per ravvivare l’ambiente e iniziare bene la giornata. Appena seduta alla scrivania, guardava la foto del figlio grande e già sposato. Separata da diversi anni nel suo io più profondo si sentiva sola, ma questi pensieri non osava ammetterli neppure a sé stessa. Invece ciò che faceva trapelare a tutti, era una vita dinamica, piena di interessi, soprattutto di attività umanitarie. Accanto alla foto del figlio ce n’erano altre due, ritraevano due bimbi di colore palesemente in posa, entrambi molto magri, con due occhioni grandi e un timido sorriso forzato. Erano i due bimbi che aveva adottato a distanza. Nei momenti di pausa, non mancava poi di fare qualche telefonata all’ospedale presso il quale prestava volontariato.La terza donna, era praticamente invisibile a tutti, era la donna delle pulizie. Arrivava nel reparto prestissimo, quando ancora gli impiegati se ne stavano o a casa nel loro letto o a fare colazione.Spingendo il suo carrello, carico di secchi, scope e scopettoni,  con una velocità impressionante, aveva già lucidato il pavimento, raccolto carte e cartacce, svuotato i cesti della spazzatura, ordinato e pulito le scrivanie. A volte le capitava di incontrare qualche impiegato che arrivava mentre lei se ne stava andando, allora , con il capo un po’ abbassato s’impegnava di sorridere e accennare ad una specie di saluto.Ora, sul davanzale della finestra, due passerotti guardavano, divertiti ogni giorno questa stessa scena.-         - Come sono buffi gli umani! – disse il primo.-         - Buffi, ma è un po’ difficile capirli – disse il secondo.-        -  Senti, un po’, di questi esempi qual è , secondo te, il  più egoista? – chiese il primo al secondo che era più anziano. -       -   Caro amico, è forma grande di egoismo e superbia mettersi in bella mostra, accumulare beni materiali, accaparrarsi amicizie altolocate e ricoprirsi di medaglie e gioielli, ma non meno egoista è colui che con atteggiamenti esterni ed ipocriti, si butta in attività assistenziali proprio per valorizzare il proprio straripante ego, per sentirsi più buono e più bravo, quindi superiore agli altri. Mentre è degno di lode colui, le cui azioni, sono finalizzate alla sola utilità degli altri, senza secondi fini. Eppure caro mio, tutte tre le donne sono in qualche modo, protese verso gli altri. Perché nulla di tutto ciò, avrebbe senso se esse esistessero in un mondo a parte. Ognuna di loro , se pure con motivazioni diverse, ricerca il mondo esterno e quindi i suoi simili. Chi ricerca di potersi valorizzare agli occhi altrui, come potrebbe farlo senza gli altri, cui carpirne applausi e soddisfazioni varie, come potrebbe esaudire i suoi desideri? L’amore per sé è solo un mezzo per imparare ad amare gli altri. -