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« Messaggio #28Il Karate »

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 04 Settembre 2008 da siddharta2005
 

Ho letto e riporto.....

Tifo violento, società in mano ai camorristi della trasferta, gruppi di ultras i cui massimi esponenti hanno ache fare con la camorra: su questo e su altro indaga un pool speciale per scardinare, alla maniera di Bobo Maroni, il ministro leghista agli Interni, il tifo-guerriglia che ha infangato ulteriormente il calcio di cosa, pardon casa nostra.

 ”Prima - il dictat dal Quirinale: della vicenda (con relative polemiche con Questura e Prefettura se ne occupa direttamente il Governo - scopriamo come funziona (dovrebbero già saperlo) poi agiamo”. Per ora, gli ultrà del Napoli non potranno andare in trasferta. Per le altre squadre il divieto scatterà soltanto in presenza di rischi altissimi per l´incolumità di tifosi e cittadini. Alla vigilia della riunione dell´Osservatorio sulle manifestazioni sportive, sembra prevalere la linea del capo della polizia Antonio Manganelli. Dopo il «sequestro» del treno diretto a Roma, il prefetto illustra la situazione al ministro Roberto Maroni e sottolinea la necessità di procedere per gradi «perché il campionato è appena cominciato e bisogna stare attenti a non penalizzare chi vuole andare pacificamente allo stadio, ma anche le società che hanno mostrato di voler collaborare per riportare la gente sugli spalti». Nelle prossime ore Maroni riceverà la relazione del questore di Napoli Antonio Puglisi che resta «sotto osservazione» per gli errori che sarebbero stati compiuti quando il convoglio è stato occupato dai gruppi violenti e fatto partire senza una scorta adeguata. Ma è stato lo stesso Manganelli ad assumersi la responsabilità della scelta di consentire ai tifosi di seguire la squadra a Roma, imponendo soltanto la limitazione nell´acquisto dei biglietti. «Se chiudessimo gli stadi — ribadisce il prefetto — vorrebbe dire che abbiamo perso la nostra battaglia per rendere gli impianti sicuri. Invece, a parte quanto accaduto con i napoletani, possiamo tracciare un bilancio positivo di questa prima giornata, perché negli impianti non ci sono stati incidenti e neanche all´esterno abbiamo registrato intemperanze nei confronti delle forze dell´ordine». INtanto i tifosi accusati dei reati (salta l’associazione per delinquere) e arrestati sono stati scarcerati, perchè nonostante i video e le foto che li ritraggono in assetto da guerra civile, è stata applicata la legge che non prevede la detenzione preventiva per questo tipo di reati, tra cui dovrebbe annoverarsi l’offesa alla città. Ma tutti fanno finta di niente, tanto che in più occasioni il presidente De Laurentis, ha ribadito la sua posizione: “I tifosi, fanno sacrifici. Sto dalla loro parte”. 

l’Ora on-line

redazione@edizionidelvesuvio.com

Tifo violento ed estremismo, maxi retata a Roma
per la guerriglia scoppiata dopo la morte di Sandri

ROMA (26 febbraio) - Retata di ultras romani simpatizzanti di estrema destra, alcuni vicini a Forza nuova ed in gran parte laziali. Con un blitz all'alba i carabinieri del Ros e gli uomini della Digos hanno eseguito una ventina di ordinanze di custodia cautelare emesse dalla magistratura.
Nel mirino una struttura criminale protagonista di atti di violenza, anche di matrice politica, e tra questi gli assalti alle caserme di polizia l'11 novembre scorso dopo la morte di Gabriele Sandri e l'irruzione a un concerto rock della Banda Bassotti a Villa Ada.

«L'azione seria». «Questa volta non si tratta di andà ad assaltà un centro sociale o i rom, o di andare a prendere i napoletani in autostrada. Dobbiamo fare un'azione seria». È il contenuto di una delle intercettazioni che hanno inchiodato i venti giovani tifosi romani. Per 15 è scattata la misura della custodia cautelare in carcere (gli arrestati hanno un'età compresa tra i 22 e i 35 anni); cinque, invece, sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell'obbligo di firma. Decine le persone ancora sottoposte ad indagini.

I coltelli nascosti. L'inchiesta è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa in procura a Roma, alla presenza del procuratore aggiunto Franco Ionta e dal sostituto Pietro Saviotti, nonché del capo della Digos romana Lamberto Giannini, del vicecomandante del Ros Mario Parente e del capo del Reparto operativo dei carabinieri Ferdinando Nazzaro. Gli arrestati sono stati ritenuti tutti «adusi all'uso di armi bianche e ad armi improprie tra cui coltelli» ha detto il pm Saviotti il quale ha ricordato che in occasione dell'incontro di calcio della scorsa settimana tra Roma e Real Madrid, vicino allo Stadio Olimpico, fu trovato in una siepe un sacchetto contenente 22 tondini di ferro e 6 coltelli da cucina. «Visto il riproporsi di azione violente a Roma negli ultimi tempi - ha aggiunto Saviotti - riteniamo di avere tolto un frammento, un gruppo di quelli che negli ultimi mesi hanno reso la capitale meno sicura». Il capo della Digos Giannini ha sottolineato come «l'iniziativa era in capo a pochi soggetti; non si è trattato di un fenomeno generalizzato. Il vero legame comune credo non fosse il calcio, ma la propensione alla violenza».

Tutto cominciò con Villa Ada. Il gruppo aveva un nucleo centrale e stabile di persone in grado di convogliarne altre e organizzare azioni violente. Tutta l'indagine è partita dall'assalto a villa Ada: «Abbiamo ritenuto - ha detto Saviotti - che non si sia trattato di un episodio isolato, ma che rientrasse in un piano più grande». Tra gli altri episodi contestati, oltre a Villa Ada e l'assalto alla caserma di via Guido Reni, l'occupazione di un immobile dell'Atac (3-5 ottobre 2007), un tentato incendio ad una baracca di rom (9 ottobre 2007). Secondo i magistrati l'associazione a delinquere contestata sarebbe andata avanti almeno fino al gennaio 2008.

Il dominio di Piazza Vescovio. I Ros spiegano in una nota come l'aggregazione fosse parte di un preciso progetto di affermare il predominio territoriale della zona di piazza Vescovio da parte della destra oltranzista. L'aggregazione era anche l'evoluzione di tensioni che sin dagli anni settanta avevano caratterizzato il quartiere di piazza Vescovio, teatro di scontri e di violenza compresa la morte di Francesco Cecchin, risalente al 16 giugno 1979, la cui memoria viene annualmente celebrata.

Il Presidio e l'Excalibur . Proprio nell'area del decesso, era stato aperto il negozio denominato Il Presidio, riconducibile alla compagine di Forza Nuova. L'osservazione dei carabinieri aveva documentato come, oltre all'attività commerciale del negozio, un locale sottostante fosse destinato ad incontri riservati di alcuni esponenti dell'area, peraltro a breve distanza dal luogo di ritrovo di massa della destra oltranzista e dei gruppi ultras, il noto pub Excalibur. Sui vani del negozio esclusi al pubblico si è concentrata l'attività tecnica del Ros che ha potuto così documentare l'organizzazione di azioni di violenza contro le forze di polizia, gli extracomunitari ed appartenenti alla sinistra extraparlamentare romana.

I provvedimenti. Segue quindi l'elenco dei provvedimenti cautelari eseguiti dal Ros (altri sono stati svolti dalla digos): Alessandro Petrella, 28 anni, Fabrizio Ferrari, 25 anni, Matteo Nozzetti, 25 anni, Fabio Pompili, 28 anni, Daniele Pinti, 22 anni, Fabrizio Frioni, 25 anni, Roberto Sabuzi, 42 anni, Gianluca Colasanti, 23 anni, Alessio Abballe, 22 anni, Furio Natali, 43 anni, Francesco Massa, 39 anni. Nei confronti di altre quattro persone è stata «emessa la misura cautelare dell'obbligo della firma una volta alla settimana, in coincidenza con l'orario domenicale delle partite di calcio: Federico Giardina, 34 anni, Gianluca Totonelli, 27 anni, Martino Ferraiuolo, 26 anni, Ennio Maria Di Filippo, 22 anni».

I reati. Questi i reati individuati dai Ros: l'aggressione e l'esecuzione di azione violenta nei confronti di cittadini romeni e extracomunitari; progettato ed eseguito il 9 ottobre 2007 un attentato incendiario al campo nomadi di via Walter Procaccino; progettato, organizzato e partecipato una serie di attacchi, avvenuti la sera dell'11 novembre 2007; occupazione abusiva di un immobile dell'Atac, in viale Etiopia; nonché le singole responsabilità per i numerosi episodi. I reati contestati: associazione per delinquere; devastazione e saccheggio aggravate, violenza o minaccia a pubblico ufficiale aggravate, porto di armi o di oggetti atti ad offendere con l'aggravante di aver commesso il fatto con finalità di terrorismo; lesioni personali aggravate; invasione di terreni o edifici; incendio in concorso aggravato dalla violazione della legge Mancino recante misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

La reazione di Forza nuova. «L'obiettivo è colpire Forza Nuova nel momento di massimo sforzo organizzativo per la presentazione delle liste alle elezioni politiche ed amministrative di aprile». È questo il commento di Forza Nuova in merito agli arresti avvenuti questa mattina nei confronti di alcuni simpatizzanti dell'estrema destra, tra i quali due dirigenti romani di Forza Nuova. «Seguendo un consumato canovaccio - ha affermato il segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore - magistratura rossa e carabinieri sviluppano a ridosso delle elezioni un' operazione riguardante fatti vecchi di oltre un anno, su elementi acquisiti diversi mesi orsono».







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Il fine delle arti marziali è la non violenza…un antico Samurai citava questa massima :

 

 “Il buono è colui che potendo fare il male  sceglie il bene,

il pacifico è colui che potendo fare la guerra sceglie  la pace,

essere significa, quindi, scegliere di essere e non dover essere.

Non mi direte che un vegliardo è casto,

che un povero è parsimonioso,

che un neonato è pacifico,

…pacifico è colui che porta la spada e non la sguaina !

… chi non porta la spada non saprà mai se è pacifico”      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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