Parole sconnesse

Post N° 12


Oblio di grigio calore,un muscolo freme.Il silenzio si infrange nelle mie orecchie come una stilla di ghiaccio,il cervello transita di nuovo nei pensieri coscienti.Vedo le ore passate nel buio della stanza.Rompo il respiro del sonno con un sussulto,le mani si chiudono sotto il cuscino e il corpo mi appartiene di nuovo.Disegno il volume degli oggetti intorno a me e mi siedo emettendo un solo continuato fruscio.Il pavimento freddo rivela il mio calore,mi alzo e comincio a camminare.Nessuna porta chiusa,niente doccia stamane,mi vesto svogliato e raccolgo la muta,vado al mare.L'aria del mattino brucia la pelle,il gelo mi dà energia e accellera il respiro rendendolo quasi un breve ansito.La sabbia coperta di ghiaccio è una splendida cornice per gli scogli glassati dal sudario notturno,si sente il brontolio sommesso della dolente creatura,incute un religioso timore.Con pochi rapidi gesti svesto gli abiti terreni e indosso le squame,i polmoni si ossigenano preparandosi a celebrare il rito del mare.Corro,corro incontro al mio destino,incontro alla morte e alla vita.Ancora lì il mio trampolino immortale,il mio volo breve accarezza la fenice e rimane impresso nel tumulto bianco che si accalca sotto di me,sotto le mie misere spoglie mortali.Il fragore precede l'urto dell'acqua ghiacciata e quasi ne annulla il clamore.L'anima adesso si contorce nel corpo e lo vince,guizza tra i flutti profana,ride e si slancia,emerge e si dissolve nel mio corpo di uomo,mi immergo con lei e la seguo riflettendomi nei suoi movimenti cristallini.Sinuosa la gioia risorge dagli abissi e le sue spire s'insinuano nei muscoli dolenti.Una risata echeggia nell'alba e il corpo esausto si abbandona sulla battigia di cristallo.