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la fabbrica delle schiene rotte in cui lavoravo


Ancora sono tutti davanti a me,nessuno esclusoda mogli e figli fuggivanoper entrare e timbrareda un'inferno all'altrola pace era nel sonno o nella mortepesanti scarpe e pantaloni blued entravamo:e il rumore ci inghiottivae ognuno andava al suo macchinarioe li ho visti andarci come condannaticol sorriso o col musopoco importaciò che importava....era produrre...produrreper non stare a braghe calate c'era chi usava un nastro di scotcho chi cinture ereditate da chissà chima lo stesso tutti a braghe calate eravamoin preda a capi schizzofreniciti davano una pacca sulle spalle e ti dicevano:senti bello devi rifare tutto da caposi,dicevo io,ma non me lo potevi dire prima?e con un sorrisetto bastardo mi rispondeva:si,mi son sbagliato,ma è umano sbagliare!allora io tacevo e capivo perchè a noi con le scarpe pesanti non era concesso di sbagliare...quante schiene rotte ho visto....per le loro merde....fabbricare