Giuseppe Ligresti

da "Attestati di Morte"


L’attimo carnale seguì le intenzioni,quando accasciati tra l’erbetta ancora verginevagheggiammo la ricerca di un ideale.E non bastò la Fantasia,il corpo era già Mito,un’atmosfera non più terrena mi mise davanti agli occhi il Proibito,ed io con le mani che pulsavano sanguenon mi trattenninell’afferrare la tua golae bere da un calice il tuo nettare ancora giovane,nel proporti il cuore, come olocausto.Le tue vesti divennero ad un tratto la mia coltree mi ritrovai a scavare il tuo vigore,accarezzai l’Attimo,accarezzai l’Infanzia,e divenni parte del mio stesso Semequando ti raggiunsi nell’orgasmo. Poi mi sembrò arrossita anche la luna,mi sembrò caldo persino l’etere,ed io offuscato dalla mia quietegiunsi a patto con la Morte. ---------------------------------------------------------------------- Un po’ più in là della Fantasiac’è il Tuono,i ragazzi seduti al lumicinoche si vegliano inconsapevolmentetracciando univoche forme d’Amoreper chi li disegna prossimi caduti. “Detto tra noi”c’è il concavo librarsi d’ali,lo scuotere repentino della Paura,che impigrita, dimora la Carne.E poi un crogiolare ritmico di epiche visioniad impossessarsi del proverbiale ansimoche percuote un Uomo. “Sii per meancora la brezza mattutina,finestra che s’apre all’aurorae schiude all’annerirsi del cielo,quando ancora di te voglio inebriarmie impastarmicome la merda sotto gli zoccoli dei cavalli,come l’angosciache mi nuoceper la tua scellerata inconsistenza”. ---------------------------------------------------------------------- Sognavo ancora...e una falce già squarciava il mio silenzio!In cielo gemmavano ardenti stelle, una fucina arroventata forgiava il ferro delle armi, e ai piedi - un mantello intriso del sangue regale -copriva il putridume. Parigi era lontana,il vento libico rabbrividiva in spariche bagnavano i crani così dolcemente. E tu, folle Amante,palpiterai per bocca altrui,i tuoi seni risiederanno in altre maniper riposare in due coppe d’oroe capezzoli d’oro allatteranno un’intera nazioneche diventerà Rivolta.Un Popolo dalle moscheeguiderà l’Orientee vessilli si pianteranno a Corte. ---------------------------------------------------------------------- Perdermi nel silenzio strazianteper non chiedere carità,né ai venti, né agli infiniti,per raccogliermitra i tuoi capelli a tinte d’oro,d’oro, come graffi di Van Gogh.E dirmi cosa c’è al di là del grano,dell’infinito grano,cosa c’è al di là degli occhi,al di là della mia sempiterna solitudine,se non la visione al crepuscolodella vita mia, degli anni miei,dissolti al lume della tua presenza.