Giuseppe Ligresti

da:" Un cielo rivestito d'altre stelle "


***Non ho invocato il paradiso per sfociare nell’ultimo assillo, ho ricercato vesti danzanti nel cuore di Gerusalemme, ma il tempo che stride alla suola fa il rumore del sogno disperso e nello sguardo ombrato dal vuoto ho generato ali di poeta. *** Nel “dialettale” posseggo la forza del divino, ma fuori le mura riscopro la mia gracilità; perché mai la terra mia è così distante dall’universo e il cuore un passo ombroso che recita messe? Io guadagno le mie ore nel frugar la mia mente, e nel colonnato rinvenire del tempo amato siedo con la daga puntata al mio costato e mi penetra come un fallo d’acqua santa. *** Satana è gentile mi ha offerto un biglietto per l’inferno, scredita i miei mali e mi offre del vino invecchiato. Io devo solo donargli il culo sbattermi troie di regime ed emanciparmi nel sodalizio della morte, e ancora professare il mio stato di poeta scrivendo per lui lettere d’amore, chissà quante cose belle avrà da dire, chissà quanto lunghe sembreranno le sue corna. Carver mi ha scritto: “Gesù è bellissimo, ha detto che mi strappava gli occhi se venivo quassù a scopare” e io gli credo, anche a me ha suggerito di continuare a rimanere casto...le chiavi della galera sono già smarrite.