Sogni d'inchiostro

Il cavaliere errante


Avanza il guerriero ormai armato solo di speranza ferita, una spada sbeccata e di sete perpetua. In terra straniera ha versato sangue di uomini che non aveva mai visto e di questo si duole e di questo si conforta poiché non è il suo a bagnare le valli impolverate ad Oriente. Si terge polvere e sudore su quella croce cucita sul petto, simbolo adesso ambiguo e non più carismatico. Tanta strada attende il suo cavallo, anch’esso affardellato di camagli e cubitiere, armi e niente borraccia. Il cavaliere segue il sole che gli bacia la strada cocendola, ed egli ingobbito socchiude gli occhi e disegna nella sua mente, turbata da cento tenzone, il volto sudato della moglie dopo una giornata nei campi, quel fazzoletto di terra ignobile, macabra ricompensa alla sua ferocia in terra Saladina. Vuole un suo bacio, a lavar via per sempre il sapor vile della morte voluta da chi parla col Signore.