UNA RUBY PACHISTANA CONTRO GLI IMANSeguendo le idee di validi islamologi (primo fra tutti Bernard Lewis, professore all’Università di Princeton), è facile pensare che il maggiore difetto dell’islam e la principale ragione del suo ritardo rispetto all’occidente sia il trattamento riservato alle donne. Lewis sostiene che una vita domestica fondata sulla repressione è ciò che più contribuisce alla imposizione di un governo repressivo: “Pensate soltanto a un bambino che cresce in una famiglia musulmana nella quale la madre non ha alcun diritto e vive in una condizione di autentico asservimento. Questa è la via maestra per una vita fondata sul dispotismo e la sottomissione. Apre le porte all’affermazione di una società autoritaria”. Per tale motivo, mi pare particolarmente significativa la vicenda della showgirl pakistana Veena Malik, apparsa in tv con gli shorts e per questo definita da un chierico musulmano “puttana” “antislamica”. Lei si è difesa come una tigre. I talebani vogliono vederla come la ballerina Shabana, uccisa in piazza. Ecco l’articolo scritto da Giulio Meotti su questa vicenda: Una Ruby pachistana contro gli imam “Nessuno in Pakistan può vedere le tue fotografie alla presenza delle proprie figlie. E non penso che tuo figlio in futuro guarderà le fotografie di sua madre”. “Imam, non ho fatto nulla di male, non ho infranto alcuna legge o la legge islamica. Sono tutti contro di me perché sono una donna e un bersaglio facile? Cosa dice il suo islam, sir?”.
UNA RUBY PACHISTANA CONTRO GLI IMAN
UNA RUBY PACHISTANA CONTRO GLI IMANSeguendo le idee di validi islamologi (primo fra tutti Bernard Lewis, professore all’Università di Princeton), è facile pensare che il maggiore difetto dell’islam e la principale ragione del suo ritardo rispetto all’occidente sia il trattamento riservato alle donne. Lewis sostiene che una vita domestica fondata sulla repressione è ciò che più contribuisce alla imposizione di un governo repressivo: “Pensate soltanto a un bambino che cresce in una famiglia musulmana nella quale la madre non ha alcun diritto e vive in una condizione di autentico asservimento. Questa è la via maestra per una vita fondata sul dispotismo e la sottomissione. Apre le porte all’affermazione di una società autoritaria”. Per tale motivo, mi pare particolarmente significativa la vicenda della showgirl pakistana Veena Malik, apparsa in tv con gli shorts e per questo definita da un chierico musulmano “puttana” “antislamica”. Lei si è difesa come una tigre. I talebani vogliono vederla come la ballerina Shabana, uccisa in piazza. Ecco l’articolo scritto da Giulio Meotti su questa vicenda: Una Ruby pachistana contro gli imam “Nessuno in Pakistan può vedere le tue fotografie alla presenza delle proprie figlie. E non penso che tuo figlio in futuro guarderà le fotografie di sua madre”. “Imam, non ho fatto nulla di male, non ho infranto alcuna legge o la legge islamica. Sono tutti contro di me perché sono una donna e un bersaglio facile? Cosa dice il suo islam, sir?”.