Folle e scandalosa questa guerra contro la LibiaMilano (AsiaNews) - Il silenzio della stampa e delle Tv italiane sulle denunzie e le proposte del vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, mi stupisce e scandalizza, perché sono stato in Libia nel 2007 e conosco Martinelli, nato in Libia da coloni italiani, vescovo da quarant’anni. Eppure lui parla e nessuno o pochissimi lo ascoltano. Seguendo gli appelli del Papa per la pace in Libia (anche il giorno di Pasqua) da settimane e da mesi su AsiaNews e alla Radio Vaticana, il vescovo di Tripoli alza la voce e denunzia una guerra senza scopo che esaspera i conflitti, aumenta l’odio e la violenza, prepara un futuro certamente peggiore per tutti i libici. Tre giorni fa ha dichiarato: “Aprire al dialogo con tutte le parti è la cosa migliore da fare. Le bombe della Nato non servono a nulla e occorre considerare tutte le parti in campo, non solo i ribelli” ed ha chiesto “di offrire l’ipotesi di un dialogo fra la parti e la fine delle ostilità”. Ancora ieri il vescovo ha proposto “la tregua di una settimana, per rispetto della vita umana, della famiglia e della Libia. È un atto di umanità e i libici sono sensibili a questi gesti, nonostante la rabbia provocata dalla guerra” [...] Insomma, nonostante gli appelli di Benedetto XVI e le angosciate parole del vescovo di Tripoli, quello che era un “intervento umanitario” per salvare i libici dalle violenze di Gheddafi è ormai diventato una guerra, nella quale l’Occidente si è schierato con la Cirenaica contro la Tripolitania. “Tutti parlano di aiutare i ribelli – afferma mons. Martinelli – i giornali scrivono sulla difficile situazione umanitaria nelle città della Cirenaica, che è drammatica, ma nessuno parla della popolazione di Tripoli, ugualmente stremata dalla guerra e dai bombardamenti Nato”.
FOLLE E SCANDALOSA QUESTA GUERRA CONTRO LA LIBIA
Folle e scandalosa questa guerra contro la LibiaMilano (AsiaNews) - Il silenzio della stampa e delle Tv italiane sulle denunzie e le proposte del vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, mi stupisce e scandalizza, perché sono stato in Libia nel 2007 e conosco Martinelli, nato in Libia da coloni italiani, vescovo da quarant’anni. Eppure lui parla e nessuno o pochissimi lo ascoltano. Seguendo gli appelli del Papa per la pace in Libia (anche il giorno di Pasqua) da settimane e da mesi su AsiaNews e alla Radio Vaticana, il vescovo di Tripoli alza la voce e denunzia una guerra senza scopo che esaspera i conflitti, aumenta l’odio e la violenza, prepara un futuro certamente peggiore per tutti i libici. Tre giorni fa ha dichiarato: “Aprire al dialogo con tutte le parti è la cosa migliore da fare. Le bombe della Nato non servono a nulla e occorre considerare tutte le parti in campo, non solo i ribelli” ed ha chiesto “di offrire l’ipotesi di un dialogo fra la parti e la fine delle ostilità”. Ancora ieri il vescovo ha proposto “la tregua di una settimana, per rispetto della vita umana, della famiglia e della Libia. È un atto di umanità e i libici sono sensibili a questi gesti, nonostante la rabbia provocata dalla guerra” [...] Insomma, nonostante gli appelli di Benedetto XVI e le angosciate parole del vescovo di Tripoli, quello che era un “intervento umanitario” per salvare i libici dalle violenze di Gheddafi è ormai diventato una guerra, nella quale l’Occidente si è schierato con la Cirenaica contro la Tripolitania. “Tutti parlano di aiutare i ribelli – afferma mons. Martinelli – i giornali scrivono sulla difficile situazione umanitaria nelle città della Cirenaica, che è drammatica, ma nessuno parla della popolazione di Tripoli, ugualmente stremata dalla guerra e dai bombardamenti Nato”.