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IL TABU' ARMENO


IL TABU' ARMENORecentemente anche il Parlamento francese e quello israeliano hanno parlato ufficialmente di genocidio armeno. L’eliminazione fisica di un milione e mezzo di armeni da parte dei turchi rappresenta ancora oggi un tabù. Come ha spiegato lo storico Yehuda Bauer, fu il progetto più vicino all'Olocausto nazista, perché si tinse di razzismo "scientifico" (“chi si ricorda del genocidio armeno?”, diceva cinicamente Hitler).
Nelle regioni dell’Armenia centrale, tutti i maschi dai dodici anni in su furono oggetto di uno sterminio collettivo, che li vide freddati a colpi di arma da fuoco, annegati, gettati nei burroni o vittime di altri supplizi. In ogni città e in ogni villaggio che attraversavano, gli armeni, ammassati davanti alla prefettura, erano esposti ai cittadini islamici, gli unici autorizzati a scegliere degli schiavi tra loro.Fu l’"assassinio di una nazione", come ebbe a definirlo l’allora ambasciatore americano a Costantinopoli, Morghentau. Gli italiani dovrebbero averne particolare memoria, perché fu Giacomo Gorrini, console italiano a Trebisonda, a raccontare che migliaia di armeni morirono su enormi barconi fatti affondare al largo della città. Centinaia di persone incatenate, vive o morte, gettate nell’Eufrate. Le orde fanatiche dei musulmani si gettarono sopra i cristiani di oriente, sopra i figli della nazione armena, cattolici e scismatici, portando tra di loro la strage e la morte.Scopo finale era quello di sradicare il cristianesimo dall’impero della mezzaluna. Gli armeni inermi vennero sgozzati barbaramente, in gran numero.Non trovavano aiuto da nessuna parte, non ricevevano soccorso. Le potenze europee non se ne curavano. Gli scampati fuggirono per il mondo, in una diaspora ignorata.Al pari dei nazisti hitleriani persecutori della razza ebraica, anche il Partito nazionalista dei Giovani Turchi trattò la minoranza armena, come quella greca, alla stregua di categorie etnico-religiose "indegne" di vivere. Ci furono gli armeni sgozzati a Ak-Hissar, le barbare esecuzioni a Bitlis, a Sasun, a Trebisonda, a Erzurum, la speciale pulizia etnica riservata alla Cilicia, lo sterminio di massa nell'Anatolia, il massacro di madri e figli nel cortile della scuola tedesca di Aleppo, gli orfani rifugiati nel Caucaso e buttati nei fiumi come inermi palloncini. Lungo è l'elenco di questa anticipata Shoah.Vergogna che non si abbia ancora il coraggio di gridarne la verità in faccia a questi pericolosi razzisti turchi.Articolo di Giulio Meotti - http://www.ilfoglio.it/zakor/971