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Chi si ricorda di Gilad Shalit?


Chi si ricorda di Gilad Shalit?Chi si ricorda di Gilad Shalit? Tre anni fa veniva rapito, in un atto di guerra, il caporale israeliano Gilad Shalit. Ogni giorno che passa peggiorano le condizioni del caporale israeliano nelle mani di Hamas. E’ la regola che vale per ogni soldato israeliano rapito dai terroristi. Soldati gettati in una fossa senza luce e in pessime condizioni, vessati dalla propaganda islamica. La scorsa estate, il comune di Roma, in segno di solidarietà con Israele, ha concesso la cittadinanza onoraria a Gilad Shalit. Stride, invece, il silenzio delle organizzazioni umanitarie. Le Ong non hanno protestato ufficialmente con Hamas e l’Anp per la violazione di tutti i codici di guerra e nel trattamento di prigionieri. E sono gli stessi che in questi anni hanno chiamato “Gulag” il carcere di Guantanamo perché violava la convenzione di Ginevra. La stessa convenzione che non sembra valere per il caporalino ebreo.
Intanto Israele si prepara a liberare 20 donne palestinesi in cambio di notizie (un videotape girato da Hamas, in particolare) su Gilad Shalit. Lo scambio dovrebbe avvenire il 2 ottobre. È il risultato del lavoro dei mediatori tedeschi ed egiziani che lavorano per la liberazione del soldato israeliano.Tra le donne 19 sono della Cisgiordania e solo una è nativa di Gaza. Lo scambio è previsto per oggi venerdì 2 ottobre. La notizia, proveniente da fonti della sicurezza egiziana, è confermata sia da Hamas sia da una nota dell’ufficio del premier israeliano Binyamin Netanyahu.Da da pensare un po’ che, in concreto, si tratta di uno scambio fra un video, di pochi istanti, contro venti combattenti dedite al terrorismo. Ma tant’è. I mediatori egiziani e tedeschi, coinvolti nelle trattative per la liberazione di Shalit, considerano lo scambio un  piccolo passo, ma importante verso la liberazione del soldato, sequestrato dai guerriglieri di Hamas. Israele rilascerà le 20 donne dopo aver ricevuto il videotape, della durata di un minuto, e dopo la pubblicazione dell’elenco dei loro nomi motivata dalla necessità di concedere ai cittadini israeliani di manifestare eventuali obiezioni. Concludo con una piccola considerazione: chi continua a parlare di “occupazione”, si è forse dimenticato che  Shalit è l’unico ebreo rimasto in tutta la Striscia di Gaza.