POLITIK SKORRETT

L'IDEA (DISATROSA) DELL'ORA DI ISLAM


L'IDEA (DISASTROSA) DELL'ORA DI ISLAML’ora di religione islamica nelle scuole pubbliche è una…vabbeh non cito Fantozzi e il suo giudizio ironico sulla corazzata Potionkin. Comunque, ci siamo capiti.Siamo in Italia, quindi in una scuola italiana – pubblica o privata non fa differenza – si deve conseguentemente studiare la cultura italiana. Punto e basta. Cosa c’entra con Dante e la sua poesia Maometto, che fra l’altro si merita il castigo dell’Inferno nella Commedia? Cosa c’entra con Michelangelo e Raffaello il Corano, che fra l’altro, se interpretato in chiave letteralistica, chiama alla iconoclastia? Cosa c’entrano con Manzoni ed i suoi valori di Pietà e Solidarietà, Maometto ed i suoi detti, che narrano storie di lunghe battaglie per la conquista della terre orientali (e occidentali)? Spiegatemelo, voi tutti politicamente corretti, che volete rinnegare le nostre radici. Senza parlare poi del rischio della formazione di madrasse in seno alla scuola pubblica. Insomma una vera sparata da parte di qualche politicante - di destra o sinistra non importa - che accortosi della debolezza delle proprie idee cerca di riciclarsi come alfiere dell’integrazione ad ogni costo. Senza accorgersi che così, ci si avvicina alla dis-integrazione. Integriamo i ragazzi delle seconde (e terze oramai) generazioni, proponendo loro valori condivisi ed inclusivi. Ho detto, proponendo valori condivisi, non ho detto imponendo valori. Facciamoli ragionare. Non lasciamoli tra le braccia di chi ha un’idea esclusiva della convivenza, di chi predica l’odio, la violenza e la marginalizzazione della donna.Riporto una parte di un articolo di Vittorio Messori, apparso su www.corriere.it. [...] E ora, tocca all’Islam, la cui presenza tra noi, ogni giorno in crescita, è tra gli eventi che meritano l’inflazionato aggettivo di «storico». Non siamo davanti a una immigrazione, ma a una di quelle migrazioni che si verificano una o due volte in un millennio. Per quanto importa, sono tra i convinti che, sulla lunga durata, l’Occidente si rivelerà per l’islamismo una trappola mortale. I nostri valori e, più ancora, i nostri vizi, corroderanno e, alla fine, faranno implodere una fede il cui Testo fondante non è per nulla in grado di affrontare la critica cui sono state sottoposte le Scritture ebraico-cristiane.Una fede che, in 1400 anni, non è mai riuscita ad uscire durevolmente dalle zone attorno ai tropici, essendo una Legge nata per remote organizzazioni tribali. Una fede che, priva di clero e di un’organizzazione unitaria, impossibilitata a interpretare il Corano — da applicare sempre e solo alla lettera — è incapace di affrontare le sfide della modernità e deve rinserrarsi dietro le sue mura, tentando di esorcizzare la paura con l’aggressività. Ma poi: panini al prosciutto, vini e liquori, minigonne e bikini, promiscuità sessuale, pornografia, aborti liberi e gratuiti, «orgogli» omosessuali, persino la convivenza con cani e gatti, esseri impuri, e tutto ciò di cui è fatto il nostro mondo — nel bene e nel male — farà sì che chi si credeva conquistatore si ritroverà conquistato.Ma questo, dicevo, in una prospettiva storica: per arrivarci passerà molto tempo e molti saranno i travagli, magari i drammi. Per adesso, che fare? Sorprende che, proprio da destra, si proponga lo pseudorimedio che è, da sempre, quello caro alle sinistre: nelle scuole «corsi di Islam», quello buono, quello politically correct . L’idea non ha né capo né coda.Brevemente: poiché, a parte casi particolari, gli allievi islamici sono ancora pochi in ogni classe, bisognerebbe riunirli tutti assieme in una classe sola, almeno per quelle ore. Ed ecco pronta la madrassa, la scuola coranica, che esige che i credenti in Allah stiano unicamente con altri credenti. Stretti in comunità, a cura della nostra Repubblica, chi farà loro lezione? E che gli si insegnerà? Gli ingenui, o insipienti, promotori della proposta si cullano forse nel mito di un «Islam moderato», pensano che esistano schiere di intellettuali musulmani «laici, pluralisti, democratici», pronti ad affrontare concorsi per cattedre di Islam «corretto»?Ignorano che incorrerebbe in una fatwa di morte il muslìm che presentasse la sua religione come una verità tra le altre? Non sanno che relativismo e neutralità religiosa sono frutti dell’illuminismo europeo, ma bestemmie per il credente coranico? Ignorano che l’anno islamico inizia da Maometto e che il tempo e il mondo sono solo del suo Allah? Non sanno che è impensabile il concetto stesso di «storia delle religioni» per chi è convinto che c’è una sola fede e le altre sono o incomplete o menzognere? I politici pensano, allora, di affidare le «ore di Islam» a non islamici, di far spiegare il Corano — in modo «laico e neutrale» — a chi non lo crede la Parola eterna e immutabile di Dio?
 Fossi un assicuratore, mai stipulerei una polizza sulla vita per simili, improbabili, introvabili docenti. Se l’insegnamento nelle istituende «madrasse della Repubblica italiana» differisse anche di poco da quello delle moschee, l’esplosione di violenza sarebbe inevitabile. E, come troppo spesso è successo con i fautori delle «ore di…», le buone intenzioni produrrebbero frutti disastrosi. Vittorio Messori - WWW.CORRIERE.IT