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MEGLIO UNA PARETE BIANCA...?


MEGLIO UNA PARETE BIANCA...?
Mi ha suscitato tanta amarezza l'ennesima sentenza ideologica della Corte europea dei diritti dell'uomo - fra parentesi che una Corte dei diritti dell'uomo giudichi sul Crocefisso, mi pare come un Tribunale delle acque che sentenzi in materia di separazione di coniugi: quale diritto dell'uomo può essere violato dal Crocifisso? Spiegatemelo, se siete capaci!In ogni caso, dopo le streghe cattoliche e le più disparate condanne del Vaticano, nel clima di laicità negativa che si aggira per l’Europa era nell’aria che arrivasse pure, stavolta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, una sentenza che condanna lo stato italiano perché i crocefissi nelle aule scolastiche violerebbero il “diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni”, essendo lesivi della “libertà di religione degli alunni” (!?).Mi piacerebbe richiamare quanto statuito da un'altra Corte - forse più adatta ad intervenire in materia -, la sesta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza con la sentenza numero 556/2006 del febbraio 2006:[Il Crocifisso] è un segno che non discrimina ma unisce, non offende ma educa: fuori dalle chiese, in un ufficio pubblico come può essere una scuola, il crocifisso resta un riferimento alla fede per i cristiani, «ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata e assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile e intuibile (al pari d'ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono e ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile». Ovvero «tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti, riguardo alla sua libertà, autonomia della coscienza morale nei confronti dell'autorità, solidarietà umana, rifiuto di ogni discriminazione». Valori che «hanno impregnato di sé tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano». In questo senso «il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte "laico", diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni».La sentenza Lautsi c. Italie del 3 novembre 2009 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo segna il passaggio della cristianofobia dalla fase indiretta a una diretta. Non ci si limita più a colpire il cristianesimo attraverso l’invenzione di «nuovi diritti» che, proclamando il loro normale insegnamento morale, le Chiese e comunità cristiane non potranno non violare, ma si attacca la fede cristiana al suo cuore, la croce. I giudici di Strasburgo – dando ragione a una cittadina italiana di origine finlandese – hanno affermato che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane viola i diritti dei due figli della signora Lautsi, li «perturba emozionalmente».Ove tornasse in Finlandia, la signora Lautsi dovrebbe chiedere al suo Paese natale di cambiare la bandiera nazionale, dove come è noto figura una croce, con quale perturbazione emozionale dei suoi figlioli è facile immaginare. Basta questa considerazione paradossale per capire come, per qualunque persona di buon senso, la croce a scuola o sulla bandiera non è uno strumento di proselitismo religioso ma il simbolo di una storia plurisecolare che, piaccia o no, non avrebbe alcun senso senza il cristianesimo. In conclusione, come ha detto qualche commentatore, la sentenza della Corte di Strasburgo, suscita amarezza ma non scandalo, perchè Gesù non ha garantito ai suoi seguaci la vittoria in campo sociale e politico. Certò amareggia la miopia di certi menti che di autodefiniscono illuminate. Tutto quà.P.S.: la vignetta riportata, che dice più di tanti commenti più o meno interessati, è di Giannelli, www.corriere.it. I Barabba, o meglio i fautori della cristianofobia, sono tanti, ma...non prevarranno!