UN DOLORE E UN GRIDO DI SPERANZALa tragedia di Haiti – e i conseguenti interrogativi esistenziali para-filosofici che ne scaturiscono – mi ricordano molto la vicenda narrata nel “Candido” di Voltaire.Candido o l'ottimismo è un racconto filosofico di Voltaire che mira a confutare le dottrine ottimistiche quale quella di Leibniz. Lo scrittore francese fu stimolato sicuramente dal terremoto di Lisbona del 1755 che distrusse la città, mietendo molte vittime. Voltaire scrisse prima un poema sul cataclisma e successivamente redasse il Candido. Nonostante la presa d’atto dell’esistenza del male, non risulta, comunque, che Voltaire nel Candido esalti il pessimismo, quanto si limiti a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto su cui Leibniz montò il cardine della propria filosofia. Non a caso l'illuminista francese incarna nella figura del precettore Pangloss il filosofo tedesco, intento ad istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazione controversie e disavventure. Un commento di carattere filosofico-poetico – che porta pure un bagliore di speranza – l’ho ritrovato in questo articolo del poeta Davide Rondoni, dal titolo “E noi apriamo le nostre palme vuote”. Un dolore e un grido di speranza.
UN DOLORE E UN GRIDO DI SPERANZA
UN DOLORE E UN GRIDO DI SPERANZALa tragedia di Haiti – e i conseguenti interrogativi esistenziali para-filosofici che ne scaturiscono – mi ricordano molto la vicenda narrata nel “Candido” di Voltaire.Candido o l'ottimismo è un racconto filosofico di Voltaire che mira a confutare le dottrine ottimistiche quale quella di Leibniz. Lo scrittore francese fu stimolato sicuramente dal terremoto di Lisbona del 1755 che distrusse la città, mietendo molte vittime. Voltaire scrisse prima un poema sul cataclisma e successivamente redasse il Candido. Nonostante la presa d’atto dell’esistenza del male, non risulta, comunque, che Voltaire nel Candido esalti il pessimismo, quanto si limiti a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto su cui Leibniz montò il cardine della propria filosofia. Non a caso l'illuminista francese incarna nella figura del precettore Pangloss il filosofo tedesco, intento ad istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazione controversie e disavventure. Un commento di carattere filosofico-poetico – che porta pure un bagliore di speranza – l’ho ritrovato in questo articolo del poeta Davide Rondoni, dal titolo “E noi apriamo le nostre palme vuote”. Un dolore e un grido di speranza.