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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 27 Novembre 2007 da MARTINUS81

Gli “Stazzoni” di Polizzi Generosa

 

Da antiche testimonianze si rileva che nel paese di Polizzi Generosa, dalla fine del 1800 fino agli inizi del Novecento, una delle attività più fiorenti era quella dello "stazzunaru" o produttore di manufatti in argilla.

Dell'attività dello "stazzunaru", oramai scomparsa, ne sono testimoni i sette ruderi esistenti di cui ancora si può osservare il sistema costruttivo, dal quale si può risalire alla tecnica di lavorazione, di cottura dell'argilla cruda.

Gli "stazzunari" prelevavano l’argilla dalle campagne vicine o da terreni di loro proprietà, mentre altri costituivano delle cooperative e acquistavano i terreni argillosi.

Una prima lavorazione avveniva nelle piazzole stesse imbevendo d'acqua l’argilla e pigiandola a piedi nudi o con l’aiuto di muli fino a farla diventare una pasta molto fina.

Successivamente il materiale cosi ottenuto veniva buttato nella "fossa" (contenitore di forma cilindrica avente diametro di circa 2 metri, realizzato in mattoni) e fatto stagionare per qualche giorno fino a perdere l’acqua in esubero.

A questo punto la pasta ricavata da una prima lavorazione e da una prima stagionatura era pronta, per essere messa in apposite forme chiamate "finestra" (generalmente in legno, costruita dai falegnami del luogo); in questa forma l’argilla veniva pressata e la parte eccedente che ne fuoriusciva veniva raschiata col "segnaturu" (rudimentale attrezzo in legno di forma cilindrica avente diametro tra 2‑3 cm e lunghezza 40‑50 cm) e messa da parte per essere poi utilizzata la costruzione dei coppi volgarmente chiamati "canali".

Prima di essere infornati nelle apposite fornaci i mattoni crudi passavano dalla finestra alle piazzole, a cielo aperto e fatte stagionare per circa una settimana fino a perdere tutta l’acqua in eccedenza.

Dopo una prima lavorazione che durava in genere una settimana con l'impiego di almeno tre‑quattro persone, si passava alla cottura vera e propria che avveniva nelle fornaci o i cosiddetti "stazzuni".

D'impianto arabo a forma circolare, era costruito sempre a ridosso di un dislivello, il forno che lo si può dividere in due parti:
la prima inferiore detta la "camera di combustione di forma circolare con copertura a sfera di nome "tammusu";
la seconda superiore o "camera di cottura" di forma circolare avente il pavimento forato e in collegamento con la "camera di combustione", proprio per permettere il passaggio del calore necessario alla cottura dei mattoni, che venivano posizionati sul "tammusu" per poi iniziare la fase di cottura.

Il Comune di Polizzi Generosa sta lavorando da tempo per un recupero di queste strutture, oggi abbandonate, degradate e lasciate all'incuria, che sono presenti nel suo territorio, per conservarne memoria e recuperare una ricca e particolare testimonianza del passato della sua comunità.

 

Giuseppe Di Martino

 
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