Le mie pareti

Post N° 131


Come due frammenti di vetro che scivolano sul petto, fertile di grano maturo. Feritoia acerba in fronte. E da quella luce sformata, risalgo i ricordi di un presente ondulato di donna. Sento promettenti le mani, che questa sera mi accompagnano. Scalfita momentanea la nota di silenzio. Calma e quiete di carbone. Dall’ombra di quercia rovescio il succo ligneo. Ogni giorno è una sfida. Ogni secondo un vibrante e secolare frastuono di carni.