Contro tutti

Pari opportunità


Sta per essere varata una disposizione di legge bizzarra assai; ma siccome viene unanimemente riconosciuta come giusta, corretta e doverosa probabilmente sono io a non averla ben compresa.Nella settimana del definitivo passaggio da provvisorio in definitivo dell'amato Inno nazionale (solo sessant'anni... mi sa che qualcuno ha voluto far la cresta sui diritti d'autore spettanti agli eredi di Michele Romano e Mameli...) ecco finalmente, dopo le quote latte di bovina memoria, le quote rosa.Permettere alle donne rispetto agli uomini pari opportunità nell'agone politica è la motivazione in sintesi per giustificare la necessità di tale provvedimento. E, di fondo, il discorso non fa una grinza: in ogni ambito sociale infatti le donne sono state storicamente penalizzate.Però, mi domando, perchè garantire? L'evoluzione dei tempi ha portato ad un radicale cambiamento dei costumi del Paese, così le barriere ataviche sono via via crollate. O stanno ad una ad una per esser superate.Questo provvedimento può anche esser così letto: non importa che tu sia preparata, intelletivamente qualificata o di estremo valore. L'importante è che tu sia donna.Garantire una percentuale di rappresentanza ad un insieme di persone, uomini o donne che siano, indipendentemente dal loro valore significa porre limiti al Paese. Se ci sono a disposizione trentacinque donne valide e cinque no con una soglia del quaranta per cento vuol dire ammettere ad un compito persone che non ne hanno titolo.Non è progresso. Nella migliore delle ipotesi è demagogia. Nella peggiore assistenzialismo.