PortapertA

Post N° 10


Immaginate un sentiero. Un lungo percorso adagiato su di un vasto giardino senza fineall'orizzonte.Immaginate un sentiero stretto stretto fatto solo di vecchi sanpietrini scuri e ben poco stabili.Immaginate che lungo quel piccolo sentiero siano sparse, per non si sa quale regola, piccole o grandi sedie: panche, sedie di legno, sedie di ferro arrugginito, larghi ciocchi di legno, vecchi sedili da giardino, semplici sedie di plastica colorata. Tante sedie che per il solo fatto d'essere lì, sono state chiamate da tutti: "Panchine". Come ci sono arrivate, non è mica un mistero; basterebbe ascoltare i loro silenzi, per comprendere le loro storie. Alcune sono lì perchè il vento irruento, lì, le ha spostate con forza. Altre inceve hanno approfittato delle piogge per sotterrare le loro gambe nella terra bagnata. Altre ancora sono state volutamente prese dal viandante di passaggio, e sistemate qua e lì per semplice piacere o volontà. Queste piccole isole con il tempo ed il suo trascorrere, hanno cambiato forma, colore e forse, anche terreno senza mai allontanarsi dal sentiero. Consapevoli di dover essere lì perchè nessuno mai avrebbe preso il loro posto. Voglio vederlo così questo Diario, un lungo percorso senza fine.Un sentiero vostro e un pò anche mio. Un percorso lungo, lungo. Fatto di sedie e di pietra.Un luogo da dove non si sfugge, ma si arriva con la resistenza dei piedi scalzi! Siamo sedie. Panchine arrugginite o seggiole colorate. Siamo stranieri, di nome. Presenti al nostro destino.Una classe di amici. Una famiglia. Alla luce del sole affrontiamo il nostro sentiero, senza mai sfuggire o desiderare d'essere altrove. Camminiamo insieme, quando si può, da soli a volte per necessità... I.