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Saggio di politica. Vaneggiamenti di un laico eretico libertario

Post n°113 pubblicato il 12 Giugno 2009 da chinasky2006
 

 

Emigrare o combattere. Il confino o la resistenza. La fuga dei cervelli (il mio) o stordirlo con 12 birre al giorno? Morte lenta o virulenta? Dubbi amletici e coglionate da poveri stronzi. Hanno vinto certi. Hanno retto alcuni, non sono morti del tutto altri. Hanno asfissiato il resto. Accorpamenti, ballottaggi. Lo sfondamento mancato. Stampa venduta, magistrati corrotti. Premier munifico che spende 100mila euro al giorno (di tasca sua) per delicatissimi incontri di politica estera. Per il vostro bene, miserabili pezzenti. Li allieta, facendoli sollazzare con ballerine seminude, farfallette danzanti, sfranati trenini nudi bruchi, bagni in piscine cristalline, circondate palme. E poi aperitivi, champagne, cantanti e cotillons. C'è la crisi. E non si capisce come centomila euro per un incontro politico sono un grande sacrificio. Mica cazzi. Loro che ne possono sapere? I pezzenti lo votano, lo stimano. Lui si che ce l'ha fatta, ripetono. Come non prenderli per culo? Meglio il nulla mostrato bene di alcuni, o il demagogico gioco a far vedere che il nulla degli altri ha la cipria. E si spartiscono la torta. L'uno garantisce la sopravvivenza degli altri. Come il mitile nel mare di melma, che si nutre e cresce pasciuto sguazzando nella fogna. Di Pietro lo ha capito, basta cavalcare l'onda nauseabonda.
Chinasky2006, sei un grande politico. Io ti voterei, dico sul serio”. La matta si era scolata tre whiskey, ed è semi astemia.
Tesoro, io la politica attiva la lascio a chi ha già un lavoro e vuole arrotondare, o ai nullafacenti baroni, nobili, papponi ed arricchiti di professione, che possono dedicarsi senza il patema di potersi comprare un pacchetto di sigarette. E' l'ambizione arrivista di chi ha già il pane, e vuole il caviale. Una una casta di buoni a nulla. Cervelli atrofizzati e smaniosi, incapaci di pensieri superiori a quelli della mia pianta grassa. E fanno delle scuole di politica, come insegnare il portamento. Riuscire a dire niente con arricciati giochi di parole. Obbrobrio. Capisci cos'è la politica? Adesso scopiamo che ci ho voglia.”.
Che significa? Sei un pavido, ognuno deve combattere per le proprie idee. Fai DEMAGOGIA!”. S'era fatta un altro whiskino, ed era sul punto di vomitare, l'ho capito al volo. Anni di professione servono comprendere certe sfumature. Ha usato la parola demagogia per puro riflesso incondizionato. Alla tv che girava a vuoto, l'avevano ripetuta una decina di volte. Lo stesso meccanismo per cui più si nomina (insultandolo) Berlusconi, più voti ottiene. Lo utilizza da anni.
Non posso spiegartelo, non mi capiresti. Mi prostituirei volentieri per ciò in cui credo, ma nessuno vuole il mio culo illibato. E sono troppo impegnato a voler comprarmi un paccheto di sigarette. Al limite gratis, potrei regalare a qualcuno le mie parole, creare un sito, un giornale sovversivo. Che dici lo creiamo?”.
Il dominio per un sito si paga.”.
Ecco, appunto. Lo capisci perché la politica la possono fare solo gli affaristi mafiosi e le caste di ricchi smidollati snob?”.
Ok va bene, ho capito.”.
Chiamami pure Socrate.”.
Poi è andata a vomitare. Alla tv snocciolavano ancora i risultati delle elezioni. Ed io ho proseguito a vomitare pensieri al vento. Rifuggo la politica tradizionale, non significa che non abbia idee, che non voti e non provi a far votare gli ignari. Ma non ho tempo ed un futuro assicurato che mi permettano di potermene occupare in via esclusiva. Non mi interessano le ideologie a se stanti, quelle che non riescono a guardare in faccia la realtà, che si nutrono di utopici desideri di mondi migliori. Le fiabe rivoluzionarie. Non per questo protesto votando i forcaioli dipietristi o gli xenofobi padani (a proposito, pare che i nostri eroi stiano meditando se conviene aderire al gruppo europeo con i rifondatori nazisti. E sono al governo dell'Italia). E quindi? Niente. Preferisco le cose concrete, stimo chi contribuisce a modificare il volto di un paese morente, con battaglie civili. Che le puoi vedere e toccare, e delle quali a volte avverto la frustrazione di non poter far parte (la storia delle sigarette che ritorna). Ma la gente mica lo capisce. E deve essere aiutata a continuare a non capire, ignorare. L'ignoranza del popolo che è alla base delle dittature sanguinarie, ma anche di quelle che con placida ferocia assassinano leggi e costituzione. Il regime dell'informazione statale e privato, che annienta la democrazia. Si genuflette ai potenti ed a chi per essere qualcuno finge di essere oppositore del potente, ma senza il quale non sarebbe nulla, merda fritta, letame secco. Perché non hanno idee che si toccano, e prendono voti. Gli basta. Il popolo crede a ciò che gli fanno credere. I Radicali sono poveri diavoli “che protestano, si lamentano”, mica reclamano “la giustizia e l'informazione”.
Si è arrivati al punto di non ritorno, quello in cui un “laico eretico libertario (e pazzo)” si sente rappresentato dall'ex comunista Napolitano, garante reale dei diritti contro i soprusi vergognosi del regime. O addirittura dall'ex missino Fini. Che parla di voto agli extracomunitari, esorta la chiesa ed il Vaticano a non interferire nelle vicende dello stato, rivendica il potere del Parlamento contro arbitrarie leggi di aspiranti monarchi. Che nell'orrido chiacchiericcio del governo e pavido silenzio del “grande Partito Democratico”, su Eluana Englaro invoca un rispettoso silenzio di riflessione, ed un testamento biologico scevro dalle vincolanti influenze dei dogmi religiosi.
Attentato! Vergogna! Paradosso! Un uomo di destra che dice cose di sinistra. Si sono lamentati i suoi alleati. Esagitati, pecorecci ed arruffoni come al solito. Paradosso! eslamano e scrivono a tutta pagna sui giornali. E ignorano che quel paradosso diventa tale in un clima esasperato, intollerante ed ortodosso, che loro stessi hanno creato. Normalità che diviene anomalia rispetto alle loro farneticazioni talebane, pronunciate con gli occhi accecati e pieni di odio reazonario. Quelle di Fini non sono parole di un politico di destra o di sinistra, ma solo frasi di un uomo normale, di chiunque pretenda il rispetto dello stato e rifugga l'idea di una dittatura teocratica che non ha eguali in Europa. E per quegli orrendi esempi di tifosi intolleranti imprestati alla politica, diventano paradosso. In quest'orrida accozzaglia informe ed intransigente, si è arrivati a considerare assurde, delle parole normali, di destra e di sinistra.
Che rimane? Lei se n'é andata. E stanotte ho sognato di girare un film vintage-erotico con Michela Vittoria Brambilla. La rossa ministressa era tutta un fuoco, si dibatteva come un serpentello godurioso e frenetico. E' stato bellissimo. Poi mi ha impartito una lezione di “scuola di politica”, mi ha lasciato le mutandine sul comodino ed è andata a montecitorio. Il bello della politica.

 

 
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