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FLACCIDE LEZIONI DI GARANTISMO E MORALE, ELARGITE DAI LIBERI SERVI

Post n°195 pubblicato il 30 Settembre 2011 da chinasky2006
 


Foto di chinasky2006

Filippica delle 19,58.

Con l’autunno arrivano, immancabili, i nuovi talk sulla politica. Epurato il lazzarone sovversivo Santoro, colpevole di portare troppi ascolti e verità inenarrabili, furoreggiano fulgidi esempi equidistanza moderata. Sulle reti mediaset, finalmente libere da concorrenza, c’è una specie di figura retorica già morta da sei anni, che dovrebbe essere un Santoro vero delle libertà. Banfi dicono si chiami, ma non è un comico di professione. Provoca umana pena e pietà, è triste come un piccione morto. Via con immagini dei mercati rionali dove figuranti col parrucchino color arancio recitano la loro parte:“Ci-sta-la-crisi-mondiale…ma noi qui si sta bene eh, in Italia grazie al governo siamo-ben-fortunati assai…i prezzi dei zucchini son bassi-bassi…”. Mai più tristi cassintegrati, disoccupati e mamme che non possono mandare i figli all’asilo. Quelle immagini che tanto avevano fatto infuriare il sultano, indecenti per una televisione del regime delle libertà (“ma cribbio! Fanno vedere come se l’Italia fosse l’Africa !”, tuonò).
Meglio ancora se dobbiamo assistere ad immagini dell’ormai ottantenne imputato-giornalista Emilio Fede che larma inconsolabile sulla “solitudine” dell’uomo Silvio. Tristo, melancolico, ma forte nel celare il dolore per la perdita della 106enne mamma, qualche anno addietro. In studio, a La 7, esponenti delle libertà riescono a stento a trattenere le lacrime, dal ridere. 
Poi, per carità, c’è anche la tv di stato: Vediamo il verde militante Paragone, che un po’ fa tenerezza coi suoi quattro eroici avvinazzati ascoltatori e l’assoluta incapacità di essere un fazioso credibile nemmeno a se stesso. C’è soprattutto lo smilzo Ferrara, trainato in ascolti da nosocomio dal sempre equilibrato e mai servile tg di Minzolini. Per protesta, il direttorissimo potrebbe farsi incatenare in diretta e poi danzare sulle immortali note di una canzone di Malgioglio (“enculame”), non prima s’essersi masturbato furtivamente guardando una sua foto con la bandana. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ascolti ai minimi storici, perdite leggendarie e tv nazionale allo sfascio, in tragico connubio con l’intero Paese. Mentre le reti del sultano "disceso in campo" e mandante degli depuramenti pubblici, volano. Assieme ai suoi possedimenti. Ma non è l'unico, pur criminale verso il bene pubblico, dato a colpire la mia attenzione. Questi riprovevoli figuri, riponendo nel cassetto ogni barlume di dignità personale, continuano a considerare lo spettatore come sagoma cartonata, automa col cervello programmato verso la rassicurante dittatura di un uomo della provvidenza già denudato e morto. O, meglio ancora, verso il niente. Pensano davvero che la gente possa esser presa in giro in eterno. Nemmeno il crollo di ascolti fa venire loro il dubbio che ormai c’è poco da fare. Che quando la guerra della menzogna s’è persa, si scade nel pateticamente ridicolo. Nella pietà più triste. Quasi tutti hanno capito l’inganno di questa dittatura da baraccone. Un cabaret dove nefandezze e criminalità di gente incline alla corruzione si mesciano ad indecorosi spettacoli da guitti mentalmente deviati. Un po’ ridicola parodia di regime in salsa "strumtruppen", nel mezzo di scollacciati filmini eroti-comico-patetici con le giovani Fenech a prendersi beffe di vecchi depravati impotenti. Solo che nelle pellicole, le Fenech non diventavano ministre. E chi procurava giovane carne ai vecchi bavosi, non si arricchiva con appalti pubblici e fulgide carriere da neo miracolati.
E invece tentano miseramente di capovolgere la realtà, ancora. Come nei regimi comunisti che tanto dicono di sdegnare. Direbbero anche che è giusto molestare una pecora belante, perché bela troppo, se il sultano l'avesse molestata (ancora non s'è saputo niente, per ora). Invocherebbero una legge che rende lecita la molestia caprina, sbeffeggiando i retrogradi ed ingessati moralisti. Ci tocca quindi ascoltare quell’enorme cetaceo con sembianze di mammuth che si smutanda, in nome della libera morale contro i bacchettoni della sinistra. Vaneggia del poter fare quel che si vuole in un letto, un libero amore quasi hippie, con sesso promiscuo e godereccio. Il boccaccesco libertinismo sfrenato ora è divenuto, grazie ad un ottuagenario malato di mente conclamato, la bandiera che sventolano le destre, opposta alla morigeratezza della sinistra. E nel mezzo i vescovi, persino loro, che non possono più far difendere i valori della famiglia ad un guitto inconsapevole a se stesso. Diverranno comunisti anche loro, a breve. L’orripilante camaleonte barbuto, passato con non-chalance da “lotta continua” alle crociate anti-abortiste, ora assurge il ruolo di vate dei liberi costumi. Ma siamo veramente ridotti così? All’estero certa gente potrebbe circolare impunemente per la strada? O avrebbe la decenza di fuggire? Qui dobbiamo pagarli noi nella tv di stato, i suoi servi, come le sue escort ed il suo battaglione di legali. E c’è qualcuno ancora capace di credere alle loro fandonie? Lui ed il critico d’arte scapigliato che pare fuggito da un centro d’igiene mentale reparto furiosi, sono i nuovi Pasolini e De Andrè. Baluardi della libertà dei costumi e del garantismo. Bollano i “sinistrati” come chierichetti, bacchettoni tristi ed invidiosi. Incapaci di godere dei piaceri della vita e della libertà dei propri corpi. Cianciano e pontificano sulla loro cattedra di meschino opportunismo servile. Tengono dotte disquisizioni sul diverso significato tra “prostituta” e “mantenuta” con piglio saccente.
Vaneggiano anche di garantismo. Già. Sono soprattutto dei libertari, contrari alle manette facili, loro. Perché adesso la sinistra è diventata terreno del giustizialismo. Eccolo, evidente, l’ennesimo diabolico atto di capovolgimento della realtà. Mistificano tutto: I garantisti divengono forcaioli, le femministe sono trasformate in bacchettone represse, i fascisti puri divengono comunisti e viceversa, etc... Il governo della fuffa criminosa travestita da nulla confuso, è riuscito a stravolgere credenze antiche, ideologie. Ma perché, questa manica di arruffoni impiastri, qualcuno può definirla di destra? Libertà, del resto, è sibillinamente nel nome del loro partito. I nuovi baluardi dei diritti dell'imputato sono inflessibili censori, con leggi degne dell’Iran, verso il ragazzo che si fa uno spinello al parco, e commoventi difensori della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva per la casta, per i ricchi, imprenditori e politici accusati di corruzione, mafia, tangenti, prostituzione o stupro di un cavallo. E continuano a riempirsi la bocca con quelle parole: “libertà”, “garantismo”, senza la minima vergogna per quest'elegia dell'impunità esclusiva del potente.
Incredibile come a simili loschi figuri degni di un lombrosario sfugga un dato di fatto: La depravazione senile del vegliardo imbellettato a giovinetto, rimarrebbe un caso umano. Di cui riderne cinicamente, al limite ritenendolo degna di una casa di cura. Ciò che invece porta allo sconcerto, malgrado la loro sciente attività di mistificazione, è altro. Il sottobosco di un esecutivo criminale, inetto e bugiardo. Il governo delle libertà che tanto adula e giustifica, fino quasi a farne un vanto, il vecchio e rincitrullito monarca circondato da uno stuolo di puttane, che poi si fa artefice di feroci politiche repressive nei confronti della prostituzione e delle puttane di strada. E’ questo il vero paradosso che indigna. Come sconcerta la continua menzogna al suo popolo e l'incapacità di ammettere un vizietto comune agli uomini anziani. Alcuni, non avendo soldi, fanno i guardoni nel parco come Pacciani ed i compagni di merende, altri impossibilitati a muoversi, molestano giovani badanti, lui che tutto può, affitta centinaia di escort. Semplice, banale. Invece seguita nell’attività di spergiuro. Indecenti non sono i suoi discutibili gusti sessuali. Potrebbe, al limite, essere anche avvinto da morbo ittico ed ingropparsi dei pesci equatoriali o farsi inculare da bisonti del Texas. Rimane anomalo (ed illegale per gli umani) fare della prostituzione una merce di scambio nelle mani del potente, creare un troiame di regime, pontificare sulla normalità della mignottocrazia. Inaccettabile dover vedere delle imbarazzanti escort premiate per la loro attività di sollazzatrici di carni flaccide e potenti, e pagare coi nostri soldi l’attività di prostituzione di cui gode il sultano. Accettare che queste prostitute d’alto borgo debbano anche partorire leggi, impormi cose. Magari consigliate da qualche faccendiere massone per mascherare la loro profonda inettitudine. Ora sono quasi tutti al gabbio, ed a quelle non resta che diramare comunicati sulle rocce dragate per far passare neutrini. E paradossale rimane il dover essere rappresentati all’estero da un ridicolo fantoccio malato, ricattabile per quella debolezza che non riesce a confessare pubblicamente, coprendola di bugie su bugie, silenzi pagati e quant'altro. Un imputato che ama circondarsi di puttane e puttanieri, magnaccia, spacciatori di droga e faccendieri latitanti, cui garantisce appalti pubblici e carriere da rampanti imprenditori. E nonostante tutto, si trova il coraggio di pretendere che l'Europa abbia fiducia in lui, e nell'Italia che non riesce a disfarsene.
Ma possibile che non riescano più a provare la vergogna? Ecco, l'assoluta incapacità di mostrare pudore o vergogna delle proprie intelligenze (e non per una mutanda), è il dato più triste, di questa triste vicenda.

 
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