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MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI

Post n°200 pubblicato il 13 Ottobre 2011 da chinasky2006
 

Foto di chinasky2006

Avrei voluto scrivere il celebrativo pezzo n°200 di questo postribolo di allegoria morta, dopo la gran notizia. Ma tant'è, non mi sono tenuto. Perché non accadrà nulla. Solo altra vergogna che si aggiunge a vergogna.

Ore convulse, frenetiche, ansiogene per l’esecutivo delle libertà condizionate. Sembrano avere i minuti contati, mercanti e servi di questa sgangherata pseudo compagnia criminal-cabarettistica. Poi per loro ci sarà la disoccupazione, San Vittore o una normale attività delinquenziale, senza stridenti incarichi istituzionali.
C’è tensione tremebonda, tra i lacchè. L’unto s’è dato alla macchia per tre giorni. Irrintracciabile, intento in danzanti rituali orgiastici a Mosca, per onorare al meglio il compleanno dell’amico Putin. L’ultimo rimasto. L’altro, Gheddafi, con la sua tenda beduina in fuga nel deserto, è ormai dimenticato. Di lui rimane solo un immortale lascito di fine politologia estera tramandatogli: Il bungabunga. Ma prima di partire, il divino ha lasciato precise direttive ai suoi colonnelli: “Il nuovo nome del nostro partito sarà FORZA GNOCCA!”.
Proprio mentre il sultano, ormai avvolto da pazzia delirante è intento in folli balli tra tette e culi russi, nella triste penisola arrivavano notizie incresciose: Lo spread in galoppante aumento, le borse che crollano, default incombente, l’ennesima bocciatura delle agenzie di rating, le borse a picco, la Bce che un giorno sì e l’altro pure manda edulcorati messaggi: “I paesi a rischio (tra cui l’Italia, sottolineato in neretto) debbono affrettarsi a porre in atto misure di crescita”. Tradotto, "ma quando cazzo la presentate una stracazzo di legge per lo sviluppo economico? E la migliorate sta legge oscena?". Il governo incassa bene: “Ci stiamo attrezzando con un bel mega condono che premi l’evasore.”. E via rutilanti riunioni fiume. Per lo sviluppo tanto richiesto? Manco a parlarne: intercettazioni, processo breve ed altre cialtronaggini imbarazzanti. Il paese muore malinconicamente ed i servi si agitano scomposti, sprecano ogni scassa risorsa delle loro menti asfittiche, sommamente ignoranti e clamorosamente inclini al servilismo criminale, per salvare un sol uomo. Il dittatore pazzo e malato, colui che garantisce loro vita. Nitto Santa Paola manda gli ispettori a controllare le procure che indagano sul Premierissimo ed i suoi stretti amici: pseudo papponi, latitanti, spacciatori di cocaina e puttane d’alto borgo. Per questo sommo incarico di cristallina vigilanza sceglie una specchiata personalità invischiata in indagini su p2/p3 e p48.
Dall’estero invece continuano ad arrivare sberle, schiaffoni e spernacchiamenti a gettito continuo. Tripla promozione per la politica economica di Francia e Germania. Triplo e sonante pernacchione per l’Italia. Merkel e Sarkozy si incontrano in un vertice della massima importanza per l’economia europea. Frattini, ministro degli esteri per meriti acquisiti sul campo (gran solerzia nel dare lezioni di sci ai pargoletti di Arcore) reagisce in modo stizzito. “Ma come, a noi non ci invitano ai tavoli dei grandi della Europa? E’ inaccettabile!”, tuona. Patetica, ennesima figuraccia internazionale. Come non ci fossero già altre cose di cui vergognarsi e che ci hanno reso barzelletta a vita. Sembra il presidente del Portogruaro calcio che si lamenta del troppo peso politico di Milan/Inter/Juve/Roma in Lega calcio. Il maestro di sci non ci sta proprio, è piccatissimo.
L’Italia, insomma, affonda clamorosamente. In modo inesorabile. Intanto il malato di mente è sempre irrintracciabile. Sta ballando una kalinka assieme a ventidue diciottenni cecene, fiero bottino di guerra di Putin. Ma dopo tre giorni l’ospite inizia a puzzare come il pesce, dunque ecco che l’unto, avvolto da una luce aurea, riatterra nel patrio suolo. E’ fiaccato dall’estenuante tre giorni danze-scopereccia. Malgrado la stanchezza ed i provati lombi, lo squilibrato messia calza la corona ed indice una riunione notturna. La trecentoduesima in due mesi. Ordine del giorno: “Come salvarci?”.  Lo stesso delle altre trecentodue adunanze segrete. Intanto qualcuno gli fa notare che il buon governo del fare non è riuscito nemmeno ad approvare il bilancio consuntivo del 2010. Qualcosa che farebbe scappare chiunque, notte tempo. Costringerebbe tutti i membri dell’esecutivo a sparire dalla politica. Il sultano batte i pugni sul tavolo. Una gaffe marchiana. Uno smacco. “Bisogna essere presenti e votare sempre, cribbio!”, urla al cielo. Quando ci si affida agli Scilipoti e ad un drappello puttane della politica comprate al calciomercato, può succedere. Succede che Scilipoti rimanga al capezzale "dalla mamma che sta poco bene".
Napolitano, viva iddio, non può non inviare una missiva con cui chiede immediata verifica della maggioranza. I servi riescono a stento a trattenere il livore. La Russa intervistato decanta le lodi del Presidente della Repubblica. Serra la mascella e con gli occhi vorrebbe prenderlo a manganellate nelle gengive. Il gerarca fascista ha proprio lo sguardo fiero e sprezzante del pre piazzale Loreto. Violento, rabbioso ed eroico. Prontissimo e solerte, una volta affondata del tutto la barca, a disconoscere il suo messia.
Arriva il grande giorno. In nottata somministrano al sultano due dosi di metadone da gnocca. Solo quattro escort invece di dodici. Ma pare ugualmente nervoso. La mattina passa al maquillage, dal parrucchiere dei divi Signorini. Due schiavette gli calzano il parrucchino, danno una ripassata di bitume, lo ricoprono di fard e gli mettono due retine nuove di zecca. Imbustato con una zincatura d’emergenza, è pronto e scattante per il gran discorso in transatlantico. Quello che deve convincere tutti a dargli ancora fiducia. Dimostra ventisei anni, invece di settantacinque. S’informa. “Ma che ci stanno parole di anglese? Che andrei un po’ in difficoltà e dovrei impararmele bene”. Ferrara, l'ideologo occulto, che ha scritto il discorso di suo pugno perché è l’unico a saper scrivere in italiano corretto, lo tranquillizza.
Ed eccolo il papa-re, impettito e fiero, mentre l’opposizione se ne va. Rimangono solo un gruppetto di stoici radicali esibizionisti. E perché l’opposizione se ne va? Ah, si ritirano simbolicamente sull’Aventino. Un Aventino meno simbolico ma reale, andandosene definitivamente in blocco, no? Ah già, "la pensione è davvero importante", cantava quello. Il malato di mente non fa una grinza ed inizia a sciorinare parole che suonano come sberleffo alla dignità di tutti. Non la sua, che se l’è giocata a rubamazzetto all’età di dodici anni. Ridicolo e senza futuro non è mica un governo con maggioranza raccattata per strada, incapace di approvare il rendiconto del  bilancio di stato. Ridicolo, nel suo mondo irriducibilmente malato, sarebbe un governo tecnico. Bossi al suo fianco, lucido come uno scarafaggio colpito a morte dal baygon, sbadiglia solo tredici volte. Dimissioni manco a parlarne. Mera disattenzione, un errore tecnico ma non nel merito. E poi il profluvio delirante, il solito vaniloquio contro le opposizioni. Senza vergogna alcuna, nemmeno per la figura patetica cui si sta sottoponendo agli occhi degli italiani e del mondo. Il pluri-imputato poi ci tiene a precisare: "Non ci sono alternative al nostro governo". Ha fallito conducendo il paese nel baratro, ma secondo lui c’è “bisogno di continuità”. Continuità del disastro. Dopo di me il diluvio, in sintesi. Muoia Sansone con tutti i Filistei. L’Italia affondi pure, io sono il condottiero che l’ha portata alla deriva affondo con essa. Quasi eroico capitano coraggioso che optò per la resistenza ad oltranza a Palazzo Chigi, pur di non finire a San Vittore. Un eroe moderno. Vengono sinistramente alla mente quelle frasi di accorato amor patrio, che ne accompagnarono la "discesa" in campo. 
Cosa avverrà domani? Presumibilmente avranno ancora la maggioranza. Li aspetta una febbrile nottata di compravendita, giusto per coprirsi le spalle da eventuali agguati dell’ultimo minuto. Ed ecco tanti piccoli, vecchi e nuovi scilipoti col cartello “comprami” come neanche nelle vetrine di Amsterdam. Ora, a maggioranza risicatissima ottenuta, sarebbe troppa grazia un intervento del Presidente della Repubblica che ponga fine a questa dannosa e patetica agonia? Un atto che lo consegni alla storia come partigiano e liberatore dalla dittatura, per la seconda volta. Così impensabile che Napolitano preso atto della situazione kafkiana, mandi a casa questo governo di inquisiti, pregiudicati ed escort? Un'accozzaglia che oltre a farci vergognare nel mondo risulta profondamente incapace di approvare le basilari leggi di uno stato. Davvero non riesce a prendere il coraggio a due mani e mandare dove meritano questi incapaci impiastri con facce lombrosiane, come ci chiedono da mesi l’Europa ed i mercati, per riacquisire un minimo di fiducia?
Possibilissimo, anzi sicuro. Non avverrà niente.

 
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