Mi alzai. Tossii. Mi venne un conato di vomito. Mi infilai lentamente i vestiti. "Mi fai sentire uno zero", le dissi. "Non posso essere così tremendo! devo avere anche qualche lato buono!". Finii di vestirmi. Andai in bagno e mi buttai un po' d'acqua sulla faccia, mi pettinai. Se solo potessi pettinarmi anche la faccia, pensai, ma è impossibile. Quotidiani deliri e farneticazioni di un povero stronzo.
Post n°251 pubblicato il 13 Novembre 2012 da chinasky2006
L’epocale sfida. Ci pensa il Pd a caricare di autoironica e caricaturale enfasi il confronto televisivo a cinque tra i candidati premier della Sinistra, piazzando sul suo sito la fumettistica foto de “i fantastici cinque” con le facce dei nostri eroi. Picco di notevole auto (tragic)ironia. Svetta persino un Tabacci versione “Silver Surfer” che dà tristi presagi su quella che sarà la serata. Renzi s’incazza. “Ci facciamo sempre riconoscere!” pare aver detto nel camper mettendo il broncio. Lui voleva il costume di Goldrake. In realtà il Pd ha spesso fatto di peggio, provocando grasse risate quando pensava di far cose serie. Stavolta han provato a far ridere, con alterni risultati. Bastava metterci sulla sfondo una Bindi versione Stalin, l’aleggiare del fantasma Formaggino Veltroni, o un ammiccante D’Alema stile cameriera nel video “I want to break free” dei Queen. Ce n’erano, insomma. Ma veniamo al dunque, stilando un sontuoso pagellone del quasi-indegno. Bersani, Renzi, Vendola, Tabacci e Puppato sui loro palchetti in quest’americanata un po’ grottesca negli studi di X-Factor. Non aspettatevi ricercati virtuosismi tecnici di politica. Che di quella non v’è quasi traccia. Ambiente tetro, silente, distaccato, asettico. I cinque sulle colonne, emozionati come su un patibolo, con le facce da studentelli universitari ed un funereo anchor-man che pare sbucato dall’oltre tomba. Tracce di rosso porpora solo sullo schermo dietro ai cinque, in sinistra dissolvenza, che scompare lentamente. Oltre che sulla ormai classica cravatta matrimoniale di un contrito Bersani. Renzi 6,5. Doveva spaccare. Sfondare definitivamente, il giovane e rampante predestinato, provando colmare il distacco che ancora ha nei confronti di Bersani. Nel suo campo, a casa sua, con un format da reality. Domande saettanti, risposte scattanti, riflessi pronti e fregnaccia a portata di mano. Insomma avrebbe dovuto sguazzare come pantegana nel guano con stile da venditore di padelle smanicato. Invece gigioneggia, è a suo agio malgrado l’improponibile cravatta viola, indossata perché è della Fiorentina e perché, in quanto giovane, poco gliene importa della scaramanzia. L’applausometro all’inizio è tutto per lui. Ovazioni e gridolini delle quindicenni fan, in stile One Direction. Sorride e ammicca, ma non la chiude. Apre a Vendola e non a Casini, provo ad intuire. No, invece era solo uno sciagurato rovescio di Federer che vedo sul Pc. In difficoltà su matrimoni gay, si rifugia in un “bisogna cambiare la legge” e in qualche farfugliameto inglese (tanto per far capire che essendo giovane conosce l’inglese, e sa usare il computer). Cita Mandela e Amina, blogger arrestata dal regime siriano, come esempio da seguire. Con enfasi finta e voce imposta da Nando Gazzola. Ovviamente qualche frescaccia sparsa che solo i malati di fact cheking avranno la bontà di verificare, ma che tanto fa sgranare gli occhi agli orfani di Berlusconi. Vendola 7. Vince lui. Perché è di sinistra, e perché le primarie non le vincerà. Perché è di sinistra. E’ ancora giovane dentro e pare voglia solo guardarsi attorno per vedere cosa succede provando a dire cose che non si sono mai sentite in bocca ad un candidato premier. E pare l’unico a dirle, quelle benedette cose di sinistra, con accorata enfasi verbosa. A tratti sembra anche comunista. Da lontano, come un eco, si ode la voce flautata di Casini mentre mangia i cappelletti in brodo “vogliamo consegnare l’Italia in mano ai Vendola, eh?”. Diritti civili e matrimoni gay a manetta, forse calcando anche troppo la mano. Lavoro, precari, cassintegrati. Il rischio che la politica diventi esclusiva dei ricchi, abolendo del tutto il finanziamento pubblico. Eppure l’eloquio di st’ometto a tratti m’inebria. E’ un affabulatore che tanto ci farebbe respirare, dopo anni di pecoreccismo da talk, tra berluschini verbalmente volgari e fascisti. Sarebbe sanificante, il gay della politica italiana porterebbe un po’ di sana moralità. Sa che non vincerà, e la cosa lo agevola. Stilettata paracula il citare come esempio il cardinal Martini, con cui abbraccia in un solo nome la Chiesa e gli scottanti temi dei diritti civili, procreazione assistita, testamento biologico e matrimoni gay (aridanghete). Bersani 6. Pare pronto per una ridente e ruspante serata di lissio con la signora, dopo un rilassante pomeriggio alla bocciofila. Emozionato, e con l’atteggiamento finto distaccato di chi la butta lì. Invece è il più teso e contrito di tutti. Normale, i sondaggi lo danno in testa e potrebbe solo peggiorare le cose. Evita lo “sfondone” deleterio, e ne esce indenne. Ma non chiedetemi cosa abbia potuto non dire. Stavo vedendo l’abortito tentativo di rimonta di Federer. E’ istituzionale, catastale quasi. Lento, terribilmente lento ed inadatto allo stile saettante di questo confronto. Giocava fuori casa contro il ragazzino, e strappa un buon pareggio. “Nomenklatura” e “catasto”, sono le parole che mi suscita la sua lucida pelata. Temi sociali, adozioni e matrimoni gay, poco gliene cale. Sbuffa, quasi. "Che a noi ci piace la patacca" sembra voler dire, ma poi si contiene. Nessuna allegoria delle sue o leopardo da smacchiare (pare fosse bandita per legge, e sky si era premurata di farglielo capire). Lodevole che sia stato l’unico ad accennare alla mafia, come tema caldo con cui fare i conti una volta al governo. L’uomo di sinistra laica più classica di vecchio stampo, non ci risparmia l’abbraccio alla Chiesa col “Papa Buono” come esempio di vita. Anche lui attento agli zuccotti rossi. Che quelli, con pop con in mano e tra un rosario e l’altro, stanno già scegliendo chi è indegno del regno dei cieli in terra. Puppato 5. Non si sapeva chi fosse, se non di nome. Trascurata dalle tv di tutto il globo terracqueo manco fosse affetta da qualche morbo equatoriale, veniva il dubbio che fosse addirittura di sinistra. Si rivela oggettivamente poca cosa, una specie di figlia adottiva di Sandro Bondi che non pare adatta alla sfida. Malgrado non sia in una vasca di squali. Persino l’anchor-man catacombale si dimentica di lei, nel giro di domande. “Manca più nessuno, veh?”. Cita due donne bipartisan (Iotti e Anselmi), come guide ispiratrici. L’unico picco, manco a dirlo, glielo regalano gli altri. Un pietistico Vendola che la fa salire sugli scudi per venti secondi dicendo d’aver raccolto le firme necessarie alla sua candidatura, perché una donna ci voleva. E nel pomeriggio, grazie a Travaglio che ne sostiene la sua causa. Ecco, il sostegno dell’abatino grillino dalle tintinnanti manette, grazie ai suoi tanti devoti fans ed alle scatenate groupie, potrebbe farle superare l’1% dei voti. Tabacci 4,5. Per carità d’Iddio. Preparato è preparato, per le primarie Pdl. Perché pare impegnarsi per guadagnarsi anche quelle. Sarebbe essere socialista, ma pare un democristianone della corrente più spostata verso destra. Lui che pure da socialista dovrebbe dire qualcosa sui diritti civili, ha quasi una sincope quando gli domandano dei matrimoni gay. I barellieri sono allertati. “Il matrimonio tra uomini e donne, eh”, dice. E accorrono con la lettiga. Manco a dirlo, per lui sono Marcora e De Gasperi gli esempi da seguire. Silenzio agghacciante del pubblico, ad ogni risposta. A un tratto vorrebbe applaudirsi da solo. Accortosi della situazione ormai tragica, pensa di attirarsi altre simpatie parlando di Monti Presidente della Repubblica. Perché non sarà di sinistra, è chiaramente fuori luogo, ma rimane furbo come una jena. Se l’intento era scendere oltre la soglia dello 0% o di ottenere una candidatura alle primarie Pdl, la serata per lui è stata un successone. Sky 7. Brava a fare propria quest’esclusiva tipicamente yankee che noi bravi ad importare le cose peggiori, abbiamo fatto nostra. Mentana schiatta d’invidia, e come pulzelletta piccata già si prenota quello che sarà lo scontro finale a due nel turno finale, Renzi-Bersani. Primarie Pdl (non oso immaginare). Già, ora tocca a loro. Ve li immaginate nella stessa situazione, Santanchè, Alfano, Mussolini, er pecora, ‘o scoreggione, etc…? Delirio. Pare che Mediaset non voglia perdersi l’esclusiva. Scenario: tutti nudi nella piscina del Gf e con un drink in mano. Silvio vorrebbe anche la gara di burlesque, ma in seconda battuta.
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