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A sud di nessun nord...

 

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L'ascendente discesa in un campo inesistente

Post n°256 pubblicato il 13 Dicembre 2012 da chinasky2006
 



Foto di chinasky2006



Era da qualche tempo che, complice il vino, non si materializzavano nel sonno incubi allegorici made in Arcore. Ecco allora che l’immaginazione sbronza galoppa, tristemente meno ridicola della realtà.
Di buon mattino, la servitù accorre al capezzale del sultano, prima ancora che Ello scampanelli ferocemente. Minzolini provvede alla mattutina lettura dei quotidiani, zeppi di reazioni alla sua commovente e generosa ridiscesa in campo del saggio politico-filantropo. E’ un coro di sberleffi, pernacchie e barzellette. Giornali, tv (non della libertà, ovviamente), politici europei, stampa estera. Una penosa mistura di dileggio e commiserazione per quello che somiglia all’ultimo delirio di un folle, consapevole di condurre il paese allo schianto finale. Quasi vinto da un piacere sadico, nel voler distruggere tutto quanto attorno a lui. Grande risalto anche alle notizie sullo spread, tornato alle stelle alla sola minaccia di un suo ritorno sulla scena politica.
Giunge Brunetta, sgambettante e giulivo, e battendo le tozze mani dai boccoluti peli sulle falangi: “Maestà è un trionfo, Mediasét vola, vola, vola! Inarrestabile!”.
Il messia, per l’entusiasmo, balza in piedi con uno scatto felino e gli si strappano sessantadue punti del nuovo lifting, opera di un morfinomane costumista scartato anche per “Zora la vampira”. Gli cedono sei costole, due vertebre, e parte anche il femore in vetroresina. Crolla in terra, ricomposto alla bell’e meglio da una dozzina d’infermieri.
“Santità, lei è giovanissimo!” lo rassicura Vespa, mentre gli serve la colazione a base di more e lamponi, ancheggiando in guepière.
“Ed anche bellissimo!”, si ode la struggente voce dello sguattero Emilio Fede, ormai pensionato nell’ospizio personale adibito nel pre-cripta di Villa San Martino. Nonostante l’incidente, l’ex premier non ha perso il buon umore.
“Molto benissimo, il nostro titolo è alle stelle. Lo sapevo che bastava una mia promessa per tranquillizzare i mercati. Lo spread non esiste, la gente deve saperlo. Evviva! Sono invincibile, malgrado le calunnie che ci piovono addosso dagli invidiosi!”.
Un muratore montenegrino, intento ad aggiustare l’impianto elettrico nella cripta, si lascia scappare una innocente domanda: “Scusi, ma quindi per lei l’economia italiana coincide con Mediasét? visto che tutte le altre aziende chiudono per la crisi…”.
“Chi è questo impiastro? Perché mi portate in casa gente illiberale che non conosce la mia abilità ed i successi ottenuti come imprenditore?”.
Accorre  il ministro della guerra La Russa, imbracciando un kalashnikov, e gli assesta puntuti calci negli stinchi. “Come si permette lei, a dire certe meschinità? Certo che l’economia italiana è mediasét. Anche Mondadori se è per questo, embè? A lei che ce ne cala? E’ invidioso, forse? E la politica estera la cura Lavitola con le sue missive, quella interna Tarantini, la giustizia libera Ghedinello. E le finanze il nostro ragioniere personale Spinelli. Tiene problemi? Domani si beccherà una bella denunzia perché sta lavorando in nero.”.
Lo sventurato, bianco come un cencio: “Ma mi avere chiamato voi, dicendo che non c’era bisogno, io tenere familia, sei filii piccoli, pietà…”.
Da dietro alla pianta di ficus sbuca, come una salamandra, l’addetto alla giustizia, Ghedinello: “Chi è questo pusillanime lazzarone, che ci fa nella nostra proprietà? Ora chiamiamo la polizia, perché un extracomunitario introdottosi nella nostra proprietà eseguiva lavori non commissionati, a nostra insaputa. Chiederemo anche il risarcimento dei danni morali. Finirà in mutande, caro mio.”, e se ne va, con un sorrisetto infingardo.
Il sultano, superato il turbamento, chiede a Cicchitto numi sulla politica estera e giustizia. “Procede tutto a meraviglia – lo tranquillizza il valoroso incappucciato – Ruby è sparita in Messico, e i processi a gran puttane. Nel verto senso della parola.”.
“Hahahahah”. Un coro di contentezza pervade l’animo dei servi, assiepati sugli spalti.
L’autista Gallina, tutto sudato e ansante, è pronto a trasportarlo a Milanello, affinché assista all’ultima sgambata della squadra. “Santità, se mi permette. Teniamo bisogno di un difensore centrale. Quello attuale ha 67 anni ed è fermo per prostatite.”.
“Che scempiaggini. Non abbiamo bisogno di nuovi giocatori, ma di una guida che porti entusiasmo, e carichi lo ambiente. Farò loro un solenne discorso, stilo la formazione e poi in serata compilo la squadra per le nuove elezioni! Dobbiamo ringiovanire il team! Basta con quelle che funzionano poco alla tv, poi ormai sono milfone…ci vuole gioventù.”.
Vespa col capo chino insegno di deferenza, lo avverte che proprio all’occorrenza, nell’altra stanza, sono già pronte dodici bocconiane per il quotidiano casting e la “scuola di politica delle libertà”.
“Le faccia entrare, viscido servitore. Come sono messe a zinne?”.
“Benissimo Sire, tutte rigogliose, pare che scoppieno. La più anziana ha 21 anni, ma si tiene ancora bene.”.
Silvio  le accoglie con un paterno bacio in fronte. Poi chiede loro di rimanere in reggipetto e perizoma, di modo che lui possa concentrarsi meglio su contenuti. Poi domanda loro che facciano uno stacchetto stile “colpo grosso”. Il prode Bondi provvede a somministrargli una dose di rinvigorente a base di sangue di drago satiro, e quello inizia ad emettere mugolii inquietanti.
“Ma bene, le mie bimbe, brave e belle. Ecco la nuova classe dirigente che ci farà superare la crisi. Alla faccia dell’anziano Monti che ci mette le tasse, nevvero? le tasse per voi sono belle, brutte o bruttissime?”.
“Bruttissimissimeeeee”.
“Ora passiamo alle domande difficili…i giudici che mi accusano come sono, eh?”.
“Comunistiiiiii”.
Col piglio del grande statista, egli prende appunti. Decidere le prescelte è affare difficile. Devono avere buone misure, ed essere abituate a dare battaglia nei talk televisivi. Annuire, fare facce da brave maestrine disgustate, interrompere chiedendo di non essere interrotte, come invasate.
Quindi, vestito da pontefice, porta le finaliste scapezzolate in gita nella tenuta, a bordo di una Papa-mobile dono della Santa Sede. Si addentra nella foresta pluviale con pioggia artificiale zeppa di comparse Cinecittà vestite da animali selvatici, il sobrio vulcano, fino al modesto mausoleo con reparto di mummificazione e ibernamento.
Di ritorno alla sua magione, è tutto pronto per l’esame finale sul lettone a forma di gran fallo, tra quadri raffiguranti orgioni e priapi in ogni dove. E’ felice come un bimbo.
“Evvivaaaa! Ora andate a mettervi la maschera, tu da Bersani, tu da Ronaldinho e tu da carmelitana scalza…”.
Improvvisamente,irrompe un’accigliata Saltamiquì, in veste da segretaria. “Eccellentissimo,scusi lo ardire, ma l’addetto alla comunicazione ha stilato gli impegni per la serata. Niente prova finale. Deve andare a cena con la fidanzatina, che le abbiamo scelto. Quella uscita dall’uovo di pasqua, tutta gnuda. L’elettorato la vuole sistemato, con fidanzata ufficiale. Anche per mettere a tacere certe malelingue...".
I costumisti, dopo averlo imbustato con una corazza di zinco, provvedono a vestirlo da giovane Fonzie, con posticcio ciuffo sbarazzino e giubbetto di pelle.
“Che poi domani – continua la segretaria -  c’è la conferenza stampa alla presentazione del libro di Vespa e deve dare battaglia con l’Europa che si ostina ad opporsi…”.
“Discesa in campo? Che dice costei? Quando dovrei scendere in campo? Che campo, di futbal? Non c’è Monti che è bravo, se sta con noi? Non rimembro. E Gullit? Stasera gioca insieme a Van Basten? Domandate a Sacchi, subito. Che poi andiamo a fare i provini di 'Non è la Rai'. E portatemi i vestimenti che stasera debbo fare la prima ballerina all’Opérà di Parigi….”.
Si alza ed inizia a volteggiare, con sguardo rapito.


 
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