RISVEGLIO INTERIORE

RAPPRESENTAZIONE IRREALE


La presenza dell'Osservatore Testimoniante, quindi neutrale, impersonale, non può essere associata alla passività, ma solo al non coinvolgimento interiore. Tuttavia so anche che le parole sono elementi che riguardano la "superficie", ma non per questo non hanno effetti sulla dimensione della comunicazione. Con l'approccio non duale inteso in modo fuorviante, a mio parere, si rischia di sovrapporre i due piani: quello mondano e quello trascendente, non discriminando in maniera intuitiva dove comincia l'uno e finisce l'altro. Si rischia un pasticcio, si fa spesso confusione. In pratica si concettualizza una comprensione che è solo mentale ma che non è ancora divenuta carne e sangue. Si rischia di ascoltare la lettera e non percepire lo spirito. Si capisce qualcosa con la testa, ma ciò che è essenziale non è entrato ancora profondamente i noi. Per cui l'ego spirituale utilizza e assume questi nuovi concetti "non duali" per riproporsi in modo camuffato da pseudodistaccato, falsamente ridanciano. Gioca furbescamente con le nuove parole, con i principi non duali parzialmente compresi. Trovo erroneo dunque sottovalutare la "superficie", quando la sua espressione è l'effetto, il riflesso, di uno stato interiore, la proiezione di una realtà emotiva di cui non si è pienamente coscienti e sulla quale invece c'è modo di "lavorare" quando l'occasione quotidiana te la presenta, in quanto scatenante umori che si vorrebbero rimuovere, dissimulare per poterci rappresentare per quello che non siamo. Tutto ciò per apparire altro da quel che interiormente non conosciamo e rifiutiamo di noi e che l'altro, direttamente o indirettamente, ci mette in condizioni di dover vedere.