RISVEGLIO INTERIORE

RISVEGLIATI E MAESTRI


Siccome circolano tanti fraintendimenti e incomprensioni su ciò che significano "risveglio interiore" e l'essere maestri, vorrei sintetizzare e chiarire il distinguo necessario per com'è la mia visione in merito.Il Risveglio significa semplicemente che scompare in profondità il senso di essere un agente personale. Da questa comprensione nasce un nuovo viaggio, una iniziazione ad una sempre più ampia Consapevolezza e senso dell'Amore. Visti però i molti equivoci e polemiche che circolano su questo tema caro a molti ricercatori spirituali, mi piace ribadire il principio che essere Risvegliati non vuol dire essere Maestri, perché mi sembra non sia mai ben definita la differenza.Tutti possono Risvegliarsi ma pochi sono o saranno Maestri. E' chiaro che il Risveglio basilare necessità poi una reintegrazione sia sul piano fisico che sul piano psichico-mentale. Ma anche a risveglio compiuto non è detto che si sia o si diverrà Maestri.I Risvegliati amano condividere, mentre i Maestri sanno insegnare perché hanno un carisma e delle abilità che la grande maggioranza dei risvegliati non ha. E' ovvio che nella piazza dei ricercatori ci sarà anche chi trova risonanza e utilità per la propria crescita nella semplice condivisione con dei semplici Risvegliati e chi ricaverà poco e nulla dall'insegnamento dei Maestri riconosciuti e famosi. Basta osservare ciò che ci succede intorno. E' dunque tutto relativo. E' altrettanto scontato che ognuno riconosce i Maestri che sente vicino alla sua natura spirituale e psicologica, mentre si sentirà lontano o poco affine con altri.Trovo tuttavia sterile e stucchevole questa continua diatriba e sorta di sabotaggio, invalidazione, della ricerca e realizzazione altrui. Non ha senso continuare a fare i cacciatori di "finti risvegliati". Sarebbe meglio meglio impiegare le proprie energie in modo più costruttivo e creativo, soprattutto per quanto riguardano il chiarimento delle nostre zone d'ombra e oscurità ancora vive, piuttosto che stare a guardare criticamente il nostro vicino, compagno di viaggio. Cambiare i nomi agli stati di coscienza (es. il Risveglio), credendo sia quello il punto che crea confusione, è un esercizio destinato al fallimento, a mio avviso. Rimuove la lettera con un'altra lettera. Quel che conta invece, aldilà delle definizioni, delle denominazioni, è lo spirito sottostante alle proprie considerazioni. Quanto si è animati da esso in modo onesto e chiaro è molto più semplice intendersi e condividere l'esperienza a cui ci si sta riferendo, su cui ci si sta confrontando.