RISVEGLIO INTERIORE

RASSEGNAZIONE NON E' ACCETTAZIONE


C'è una sostanziale differenza esistenziale fra il principio di rassegnazione-fatalismo con quello di accettazione-resa. Sono principi spiritualmente e metafisicamente opposti. Lo stato psicologico e spirituale della rassegnazione contiene il "no", un rifiuto esistenziale, nel suo sfondo. Diverso è invece lo stato che è sostenuto dalla luce della consapevolezza, che ha il “sì” come supporto, diventato Accettazione. La differenza è fondamentale: con la negazione impotente c'è la passività costante come attitudine, inattività sfiduciata,pessimismo malinconico, rancore strisciante, malessere... mentre con l'Accettazione, ovvero con l'affermazione fiduciosa, non gestita dal senso dell'ego, l'impotenza passiva si trasmuta in potenza co-creativa, azione positiva impersonale. Accettazione e rassegnazione dunque hanno ben poco da spartire. Hanno in comune solo un'apparenza concettuale, esteriore. Perciò essere in uno stato di coscienza di accettazione invece che di rassegnazione cambia completamente l'approccio alla vita. Anche la qualità dell'esistenza è opposta: nell'una è basilarmente triste, nell'altra è serena. L'accettazione ha una totale aderenza al presente. Non da spazio alla fantasticheria, non rimugina sul passato, non specula su quel che è stato o quel che potrebbe essere.... si attiene al ciò che accade momento dopo momento con naturalezza, disponibilità e assunzione dei possibili cambiamenti. Si fa carico del ciò che è senza resistenze di fondo, aprendosi alle trasformazioni ineluttabili. L'accettazione è presente e spontanea di fronte agli eventi, non è scelta deliberata e calcolata da un soggetto che crede di agire personalmente: l'azione ed il pensiero conseguenti sono sorretti e pervasi dalla consapevolezza e dal sentire fiducioso di essere agiti dal Divino-Tutto. Se l'accettazione è un costante accadere del Divino che ci fa strumenti del Suo volere, la rassegnazione invece è sempre uno stato dell'ego riluttante all'abbandono. Siccome solo il Divino può togliere all'ego l'illusione di avere una qualche sorta di potere, la stessa accettazione non può diventare un atto di volontà personale. Infatti l'ego non può accettare, può solo rassegnarsi. Ecco perché allora qualunque cosa si faccia con l'intenzione di ottenere, avere uno scopo personale... ostacola di fatto la stessa accettazione, l'arresa al Divino, la discesa della Grazia dissolvente ogni rassegnazione.