Era di notte… accadde Qualcosa… Non ero sveglio ma nemmeno addormentato. Immerso nell’eterea dimensione che sta tra terra e cielo, un lampo di Coscienza illuminò un centro superiore del mio essere presente: m’apparve il Reale. Il vaso che mi conteneva si era rotto per sempre. Ora sapevo davvero di non sapere e sentivo d’essere quello spazio senza confini, quel guizzo di luce di una ineffabile Unità radiante. Uno stupore infinito mi coglieva, istante dopo istante. La farfalla variopinta del mio corpo-mente in quel momento glorioso poteva librarsi leggera… aveva lasciato il bozzolo e uno strisciante passato; ora cercava tra i fiori del mondo, nature come lei passeggere, andando con sereno posarsi d’ali a confidar sui loro petali il segreto echeggiante di quel lucido incanto. Inebriato da tanta apertura silenziosa e sconfinata potevo vedere il mondo con l’occhio di un mistico, grato, candido e beato. Non vedevo più attraverso buchi di una serratura fatta di personale identità. Ah!… com’era semplice la vita, senza l’intrusione greve di quel tirannico ego, annidato nella mente tesa che prima dominava altero! Tutto allora si rivelava armonioso mutamento, fluente e naturale trasformazione… lo riconoscevo senza paura, diveniva sempre più chiaro che era continuamente in atto un gioco caleidoscopico di forme e energie interdipendenti che si riflettevano vibranti tra loro… Così accadde in me, può accadere in te, proprio dove respiriamo adesso, dentro il materno Tutto. Ma Io Sono per aver udito la sorgente del suono, per aver osservato la pura visione, anche se dai pensieri cangianti sembra che l’apparenza sia ancor regina. Io Sono Uno e sono nessuno in quel punto del non essere, occhio del ciclone, che mai può perdersi nella periferia vorticosa... sono perno morto alla morte, sono il centro di un'illusione intorno alla quale ruota un’esistenza straordinariamente sognante.
AUTORICONOSCIMENTO
Era di notte… accadde Qualcosa… Non ero sveglio ma nemmeno addormentato. Immerso nell’eterea dimensione che sta tra terra e cielo, un lampo di Coscienza illuminò un centro superiore del mio essere presente: m’apparve il Reale. Il vaso che mi conteneva si era rotto per sempre. Ora sapevo davvero di non sapere e sentivo d’essere quello spazio senza confini, quel guizzo di luce di una ineffabile Unità radiante. Uno stupore infinito mi coglieva, istante dopo istante. La farfalla variopinta del mio corpo-mente in quel momento glorioso poteva librarsi leggera… aveva lasciato il bozzolo e uno strisciante passato; ora cercava tra i fiori del mondo, nature come lei passeggere, andando con sereno posarsi d’ali a confidar sui loro petali il segreto echeggiante di quel lucido incanto. Inebriato da tanta apertura silenziosa e sconfinata potevo vedere il mondo con l’occhio di un mistico, grato, candido e beato. Non vedevo più attraverso buchi di una serratura fatta di personale identità. Ah!… com’era semplice la vita, senza l’intrusione greve di quel tirannico ego, annidato nella mente tesa che prima dominava altero! Tutto allora si rivelava armonioso mutamento, fluente e naturale trasformazione… lo riconoscevo senza paura, diveniva sempre più chiaro che era continuamente in atto un gioco caleidoscopico di forme e energie interdipendenti che si riflettevano vibranti tra loro… Così accadde in me, può accadere in te, proprio dove respiriamo adesso, dentro il materno Tutto. Ma Io Sono per aver udito la sorgente del suono, per aver osservato la pura visione, anche se dai pensieri cangianti sembra che l’apparenza sia ancor regina. Io Sono Uno e sono nessuno in quel punto del non essere, occhio del ciclone, che mai può perdersi nella periferia vorticosa... sono perno morto alla morte, sono il centro di un'illusione intorno alla quale ruota un’esistenza straordinariamente sognante.