Parte dell’essere stabili nella divinità è imparare a perdonare il nostro lato umano. La consapevolezza delle nostre debolezze, dei nostri limiti e abitudini umane viene a farci visita, ma queste cose appartengono al lato umano. È sufficiente accettarle come parte del nostro essere umani. Se accettiamo le debolezze degli altri e le perdoniamo, perché mai non dovremmo perdonare le nostre? Le onde (il lato umano) a volte sono tumultuose e caotiche; l’oceano non può far niente per fermare il loro movimento. Ciò che l’oceano può fare è accettare le onde e senza indugio portare tale accettazione nelle profondità di Se Stesso. La mia consapevolezza va oltre un determinato periodo di tempo, e il caos e la turbolenza delle onde si autocorregge da sé; non perché vi sia controllo e disciplina, ma perché le onde stesse vedono la futilità di essere tumultuose. Le onde stesse desiderano incontrare l’oceano e sanno che la turbolenza può solo ritardare l’incontro desiderato. Ecco cosa succede al lato umano: esso stesso desidera il silenzio e le profondità del puro essere. Ricorda che tale metamorfosi non può essere il prodotto della disciplina, perché in tal caso sarà solo di breve durata. Dunque la cosa migliore è di non fissarsi sull’aspetto umano, accettarne la natura e rapidamente portare l’attenzione sul proprio essere e sul silenzio interiore. Dopo un certo periodo di tempo questo si riflette automaticamente sul lato umano ma senza che vi sia implicato uno sforzo cosciente. (Rajiv Kapur)
IL LATO UMANO E' L'ONDA...
Parte dell’essere stabili nella divinità è imparare a perdonare il nostro lato umano. La consapevolezza delle nostre debolezze, dei nostri limiti e abitudini umane viene a farci visita, ma queste cose appartengono al lato umano. È sufficiente accettarle come parte del nostro essere umani. Se accettiamo le debolezze degli altri e le perdoniamo, perché mai non dovremmo perdonare le nostre? Le onde (il lato umano) a volte sono tumultuose e caotiche; l’oceano non può far niente per fermare il loro movimento. Ciò che l’oceano può fare è accettare le onde e senza indugio portare tale accettazione nelle profondità di Se Stesso. La mia consapevolezza va oltre un determinato periodo di tempo, e il caos e la turbolenza delle onde si autocorregge da sé; non perché vi sia controllo e disciplina, ma perché le onde stesse vedono la futilità di essere tumultuose. Le onde stesse desiderano incontrare l’oceano e sanno che la turbolenza può solo ritardare l’incontro desiderato. Ecco cosa succede al lato umano: esso stesso desidera il silenzio e le profondità del puro essere. Ricorda che tale metamorfosi non può essere il prodotto della disciplina, perché in tal caso sarà solo di breve durata. Dunque la cosa migliore è di non fissarsi sull’aspetto umano, accettarne la natura e rapidamente portare l’attenzione sul proprio essere e sul silenzio interiore. Dopo un certo periodo di tempo questo si riflette automaticamente sul lato umano ma senza che vi sia implicato uno sforzo cosciente. (Rajiv Kapur)