RISVEGLIO INTERIORE

SCOLPITO NELLA ROCCIA


Quando ancora non si conosce la pace profonda, ci si da fare per ottenere piacere, fuggire il dolore. Qualsiasi intenzione è un desiderio di raggiungere il piacere, oppure, di sfuggire al dolore. Ciò crea agitazione. Il sollievo che possiamo ottenere in questo modo è fatalmente momentaneo, e finisce nella sofferenza dalla quale è nato. Cercando la sicurezza, sprofonderemo immancabilmente nell’insicurezza. La pura osservazione, l’ascolto neutrale, implica l’accettazione che piacere e dolore si situino allo stesso livello. Del resto si può parlare di livello, perché il piacere non è che un dolore minore, ed è in realtà dolore confrontandolo con la beatitudine senza tempo. Sofferenza, dolore, gioia, hanno come sfondo la pienezza, e se li esaminiamo con attenzione distaccata non possono sussistere e si dissolvono nella loro sorgente, che è pura beatitudine. La nostra natura essenziale non è conoscibile con il dialogo esteriore o interiore. Bisognerebbe riscoprire la presenza silenziosa che precede ogni discorsività mentale. Allora in quel Silenzio 'l’Io sono', senza attributi e qualificazioni, appare e ciò che lo precede è dissolto, cancellato. Resta uno stato profondo senza conflitti. Noi conosciamo i nostri problemi, le nostre emozioni, le nostre sensazioni, ma non conosciamo ancora il Conoscitore di tutto ciò. Ed è questo Conoscitore che va scoperto. Questo è il senso profondo della ricerca spirituale che allude al famoso detto scolpito nella pietra: 'conosci te stesso'.