RISVEGLIO INTERIORE

ERA ANCHE UNA SCUOLA DI VITA


Se c'è una cosa che sento mi ha dato lo sport - nel mio caso il calcio giocato da ragazzo - è il riconoscere sempre il valore di un avversario, anche se 'ostacola' le mie mete o obiettivi agonistici. Allora, mi ricordo, ci si riconosceva reciprocamente con obiettività nei pregi e difetti, nelle qualità e nei limiti. Lì in campo non si poteva fingere o barare con le parole. Alla luce di ciò poi si dava tutto quello di cui si era capaci, l'uno contro l'altro, con pieno rispetto delle regole. In questo sano spirito sportivo allora si giocava al meglio la partita e, possibilmente, si cercava vincerla, cooperando sempre insieme ai propri compagni di squadra. Alla fine, comunque andasse il risultato, c'era sempre un senso di soddisfazione che gratificava. Giocare in quel modo allora era anche una scuola di vita.