RISVEGLIO INTERIORE

PROPRIETA' INTELLETTUALE?


“Il mio insegnamento non ha copyright. Siete liberi di riprodurlo, diffonderlo, interpretarlo, fraintenderlo, distorcerlo, alterarlo. Potete farne quel che vi pare; potete anche pretendere di essere voi gli autori, senza bisogno di chiedere né il mio consenso, né il permesso di chiunque altro.” U.G. Krishnamurti °°° Mi sono sempre piaciute queste rivoluzionarie e anticonformiste posizioni di U.G. Krishnamurti nei confronti del copyright, dei diritti d’autore. Anche a me piace sentirmi in questo spirito. Non ritengo assolutamente mie le parole che comunico o altre cose che faccio in modo creativo. Esse escono spontaneamente, sono state raccolte chissà dove… ed io, sinceramente, mi sento solo un canale, uno degli infiniti, della Coscienza Una. Non ne rivendico alcuna paternità personale. Ho fiducia in questa infinita ed invisibile rete che ci mette in comunicazione, relazione e risonanza, a seconda di come siamo sintonizzati, a seconda delle antenne riceventi e trasmittenti di cui siamo dotati. Strumenti intelligenti e sensibili che abbiamo elaborato nel corso del nostro peregrinare, nel confrontarci con gli ostacoli trovati lungo il cammino. Cammino nell’incarnazione mondana necessario appunto per questa elaborazione spirituale. Allora mi domando: perché mai un individuo il quale ritiene la scoperta dell’essenza il senso proprio dell’esistere, una volta che l’ha trovato, dovrebbe darsi un marchio d’autore del suo esprimersi creativo, quando sa benissimo che non è sta lui a esprimere o creare l’opera? Questa attribuzione personale la ritengo concepibile solo per chi ancora non ha realizzato l’identità profonda della sua natura essenziale. La rivendicazione personale della creazione dell’opera è comprensibile: o come mera convenzione, utile nel gioco mondano identificato con il senso dell’ego, o come sostanziale non conoscenza di sé. So benissimo che questa tesi può sembrare una provocazione alla visione del potere impostato sul senso della proprietà intellettuale, e che non possibile allo stato delle cose fare altrimenti, ma nell’approccio rivoluzionario con il diritto d’autore affermato da U.G. Krishnamurti vedo sorgere i primi segni di un modo veramente nuovo di concepire il rapporto fra gli uomini. Vi vedo la possibilità di concepire uno scambio gratuito e reciproco della creatività, di ogni genere e forma, fra ogni individuo in grado di esprimersi, a tutti il livelli, libera da mercanteggiamenti egoistici. Un’alba di una mentalità del tutto nuova… ma assolutamente improponibile ora, con l’egoismo dilagante dei tempi attuali. Tempi in cui regna sovrana la mera vanità, il vacuo orgoglio, il personalismo inconsapevole, sia materialista che spiritualista. Per cui ora l'idea del regalarsi reciprocamente e gratuitamente i frutti della nostra genuina creatività rimane solo una utopia, un sogno di qualche visionario. Detto questo, mi auguro che il post non venga preso alla lettera da ego opportunisti, quindi banalizzato e strumentalizzato, ma venga colto nel suo spirito più profondo e autentico.