RISVEGLIO INTERIORE

ASCETISMO? NO, GRAZIE


L'ascetismo non fa per me. I saggi ai quali m'ispiro si godono la vita, la gustano attimo dopo attimo ed apprezzano ogni sapore, colore, odore, suono... apprezzano la Vita in piena Consapevolezza. Le forme e gli incanti di Maya non fanno loro paura, anzi giocano con essi senza perdersi nei labirinti degli attaccamenti. Non rinunciano e non si sacrificano, ma non per questo indulgono o sono indifferenti. Sono in equilibrio, fra l'attaccamento e il distacco, su una linea di confine dinamica, determinata dalla presenza e dalla sensibilità. Dunque, non m'interessa l'ascetismo quale via per cercare se stessi, negando il corpo, i sensi. Mi piace piuttosto starvi dentro con pienezza e viverli al meglio, con naturalezza. Se c'è un corpo vivo ci deve essere il senso del gusto, del tatto... altrimenti sono insensibile o i sensi non funzionano e la vita è sostanzialmente morta. Parimenti, se c'è una mente viva ci deve essere ovviamente anche la preferenza tra un gusto e l'altro, un interesse piuttosto che un altro, perché è naturale che sia così. Infine, se c'è una Consapevolezza Risvegliata, essa non si fa questi problemi. Vive destreggiandosi gioiosamente fra gusti e preferenze, in modo spontaneo senza sensi di colpa legati ad idee condizionate e ideologiche. Gli schemi imprigionanti sono banditi quali secondini dell'inferno. La via dell'ascetismo, per quanto mi riguarda, è una via di negazione che non mi piace perché mortifica proprio quei meravigliosi e sofisticati doni dei sensi, donatici dal Divino, che il nostro corpo porta in dotazione. Ferisce l'intelligenza perché non le permette di esplorare tutti i luoghi dell'Essere. Trovo davvero un peccato negare la corporeità per cercare la spiritualità. Penso che esse dovrebbero invece essere in armonia fra loro, non contrapposte. Sono convinto che la chiave che le unisce e che l'equilibra e interconnette in modo sano sia la Consapevolezza. Il corpo dovrebbe essere l'espressione fisica dello spirito, mentre lo spirito dovrebbe essere il canto sublime corpo del corpo appagato. Quindi, nessuna separazione, ma una unità che manifesta la sintonia fra il visibile e l'invisibile nel momento presente. Quando questa Unità è reale la vita si compie in tutta la sua ampiezza.