RISVEGLIO INTERIORE

PRAJNA


... di solito viene tradotto con «saggezza» […]: parliamo di prajna come saggezza della vacuità. Prajna è vuota, non ha cioè contenuti propri. Non è che l’attività di maha, che è l’Unico Corpo, o tutte le cose così come sono. È la realtà proprio in questo momento, non è nient’altro che questo momento. Se fa caldo, sudiamo; proprio questa azione è prajna. Sudare è la saggezza dell’avere caldo, perché è l’agire di questo momento in quanto caldo. Accendi una candela e la luce è prajna. Se camminiamo sotto la pioggia, ci bagniamo: questo è prajna. Pestiamo gli escrementi di un cane e la scarpa si sporca: è prajna, essere ciò che è. Anche un nazista che conduce un bambino in una camera a gas di Auschwitz è prajna; dunque non possiamo considerare prajna in termini di giusto e sbagliato, di bene e male. La spada di Manjusri, la spada della saggezza, recide ogni dualismo, lasciando soltanto ciò che è. Quello stato è prajna. Esso è così vasto che molto spesso non ci accorgiamo di sperimentarlo. Per esempio, state sperimentando la caduta di una foglia da un albero del Connecticut proprio in questo momento, anche se non ne siete consapevoli. È prajna. È il suono che sentiamo, la pioggia, la luce del sole, il profumo dei fiori, l’aeroplano lassù, sperimentati direttamente come non separati da noi. Quando le nostre idee e i nostri concetti cadono, con essi cade la separazione da ciò che è, e la caduta di tale separazione è quel che chiamiamo prajna. Poiché prajna è l’agire di maha e maha non è che noi stessi, prajna è il nostro agire e noi non siamo altro che prajna. dal libro: Cerchio infinito (La via buddhista all'illuminazione) di Bernie Glassman - Oscar Mondadori