I debiti contratti liberamente andrebbero sempre pagati, fra gli uomini e fra gli stati, come principio di base e regola. Detto questo, però il buon senso lungimirante, e non il burocratismo economico finanziario degli uomini e degli stati, vorrebbe anche che si trovassero i modi più adeguati e umanamente possibili per permettere al debitore di onorare gli impegni assunti, quando questi è veramente in difficoltà e il creditore può anche permettersi di prorogare, dilazionare le scadenze di pagamento. Anche perché facendo "morire" il debitore" si perdono capra e cavoli. Anche se sembra un'ovvietà, il burocrate, il banchiere o il governante faticano a capire questa banale logica. °°° Si ricorda in questo caso l'episodio di un tale che voleva addestrare il suo asino a non mangiare. L'animale all'inizio ragliava, poi sempre più debole non riusciva nemmeno a fare quello. Lo stolto non sentendo il raglio dell'animale, credeva che l'asino avesse imparato la lezione, ed era contento. Un giorno, l'asino morì. Il padrone si lamentava: "E' morto proprio ora che aveva imparato a non mangiare!"
CREDITORE E DEBITORE
I debiti contratti liberamente andrebbero sempre pagati, fra gli uomini e fra gli stati, come principio di base e regola. Detto questo, però il buon senso lungimirante, e non il burocratismo economico finanziario degli uomini e degli stati, vorrebbe anche che si trovassero i modi più adeguati e umanamente possibili per permettere al debitore di onorare gli impegni assunti, quando questi è veramente in difficoltà e il creditore può anche permettersi di prorogare, dilazionare le scadenze di pagamento. Anche perché facendo "morire" il debitore" si perdono capra e cavoli. Anche se sembra un'ovvietà, il burocrate, il banchiere o il governante faticano a capire questa banale logica. °°° Si ricorda in questo caso l'episodio di un tale che voleva addestrare il suo asino a non mangiare. L'animale all'inizio ragliava, poi sempre più debole non riusciva nemmeno a fare quello. Lo stolto non sentendo il raglio dell'animale, credeva che l'asino avesse imparato la lezione, ed era contento. Un giorno, l'asino morì. Il padrone si lamentava: "E' morto proprio ora che aveva imparato a non mangiare!"