RISVEGLIO INTERIORE

La porta e la montagna


La conclusione della ricerca spirituale afferma “Tu sei ciò che cerchi”. C'è da dire che a
monte, all'inizio della ricerca, invece si presentano due opzioni principali sulle quali forse è interessante riflettere e, se vogliamo, confrontarci. E' la perenne diatriba fra i sostenitori della via diretta e quelli della la via graduale. Da un lato c'è chi indica e insegna a percorrere ardue arrampicate sugli irti pendii della ricerca spirituale: la mitica montagna sacra da scalare. Da qui tutta la retorica della crescita, delle tecniche, del progresso personale... Fortunatamente, da un altro lato, anche se minoritario, però c'è anche chi indica una semplice porta sempre aperta. Facile da attraversare. E' scontato che i molti preferiscano le difficoltà perché sembra più logico che per ottenere un qualcosa di così bello come il Risveglio della Coscienza si debba tribulare tanto, tantissimo. Altrimenti tutti lo avrebbero già ottenuto se fosse facile. E qui, purtroppo per loro, cominciano a complicarsi la vita.Invece, alcuni folli, alcuni assurdamente fiduciosi, alcuni intuitivi oltre misura, hanno la forza di fidarsi di coloro che indicano la porta e invitano ad attraversarla con coraggio e fiducia. Questi temerari hanno l'ardire di ascoltare quelli, rari, che hanno scalato già la montagna e poi si sono trovati di fronte alla stessa porta... l'unica Soglia reale.E' ovvio che con un passaggio così semplice l'ego non potrà mai rivendicare né meriti né onori. Quindi sceglie il difficile, perchè immagina che questo investimento avrà un maggior ritorno. L'orgoglio di avercela fatta, di essere speciale. Immaginazione che non può che rimaner delusa.Comunque sia, riguardo all'aspirazione del cercare se stessi, ce n'è per tutti: per gli arrampicatori, per gli opportunisti, per i pronti... al salto quantico.Io preferisco rivolgermi ai pronti... perché agli altri c'è già chi ci pensa, chi se ne occupa: sono organismi e organizzazioni di ogni  tipo  disposti ed interessati ad accompagnarci. Dunque non ci deve essere timore per chi, eventualmente, potrebbe restare deluso dalla semplicità delle cose, dalla semplicità e ovvietà della scoperta liberatoria. Al riguardo perciò  non c'è d'aver paura dei malintesi, degli equivoci... perché comunque sia alla fine, qualunque strada si sia intrapresa, c'è sempre quella porta sullo sconosciuto da varcare. La porta senza porta.Porta dietro alla quale c'è uno specchio che ci rifletterà e ci farà comprendere: Tu sei ciò che cerchi! Lo sei già, lo sei sempre stato. Tutto qui. Allora scoppia la Risata cosmica.Nel caso però non dovesse succedere e che la cosa dovesse sembrare banale per l'ego ambizioso e non convinto, il cercatore "pentito" avrà sempre modo di tornare indietro e trovare la montagna sacra che lo aspetta per essere scalata. Per me, invece, vorrà semplicemente dire che non era pronto a comprendere. E' tuttavia implicito che la Via diretta è la più semplice in un senso, ma la più difficile in un altro. Non è per tutti, anzi, direi che è per pochi. E' folgorante e smonta l'ego definitivamente e all'istante. Quindi, a mio avviso, non si dovrebbe negare l'indicazione della porta  a quell'uno su mille e di dargli la possibilità di varcare immediatamente la soglia, solo perché le moltitudini si aspettano che sia tremendamente difficile. Il messaggio "esoterico "Tu sei ciò che cerchi" è solo per quell'uno su mille, anche se è udibile, leggibile per tutti. Non sostengo una via particolare... per me vanno bene tutte le proposte, tutte le esperienze, tutte le Vie... soltanto che a me viene naturale indicare la Via diretta a chi si ritiene in grado di provare a servirsene. Il tutto fatto senza tornaconti di alcun genere. Altrimenti, ognuno può sempre proseguire o riprendere sempre il percorso che vuole o sente più idoneo al "suo" vissuto. Ritengo peraltro sottinteso che, quando mi riferisco a coloro che definisco "pronti", sto in qualche modo giocando tra il serio e il faceto. Io ci ho messo tanti anni a capire che la porta era aperta e appunto per questo offro questa indicazione ai cercatori nei quali mi riconosco. Cerco utopisticamente di risparmiare loro fatica, anche se so che non mi ascolteranno... perchè debbono guadagnarsela con il sudore della fronte. Questo è il sublime paradosso.