RISVEGLIO INTERIORE

Se non è ripetibile non è detto che non sia vero


Quando definiamo un fenomeno parapsicologico, paranormale o sovrannaturale, stiamo soltanto definendo i limiti della nostra co-scienza attuale. E questi limiti li codifichiamo come leggi di natura, leggi adeguate alla nostra presunta normalità. Essendo limiti che sappiamo riprodurre li consideriamo scientifici.In questa ottica, limitata e limitante, anche lo scientismo può divenire dogmatico, negando dimensioni sottili soltanto perché non possono essere rilevate da strumenti tecnologici o incasellabili in mere considerazioni logiche. Pur riconoscendo tutti i benefici che ci porta la scienza, credo che si dovrebbe avere anche il coraggio di ammettere che non tutto può, per ora, essere ripetibile, che non è in nostro potere ripeterlo a volontà, essendo questa una fenomenologia labile e soggettiva, apparentemente casuale. Questa ammissione aprirebbe le porte ad un tipo di scienza superiore. Una scienza che si dischiude a possibilità ancora non emerse, che non è non del tutto condizionata da una prepotente concezione materialista dell'universo, della vita.Mostrare più umiltà di fronte al grande mistero dell'esistenza, avvicina ad una dimensione in cui il cosiddetto sovrannaturale può far parte della nostro Essere, diventando naturale, seppur non riconosciuto all'esterno come possibilità dimostrabile oggettivamente. Negando aprioristicamente questa realtà sfuggente, invisibile, creiamo le condizioni affinché non la si possa mai esperire, nemmeno soggettivamente. Questo atteggiamento è una perdita enorme che inibisce l'espansione della nostre potenzialità più nascoste. E questo è proprio il principio antiscientifico per eccellenza..