RISVEGLIO INTERIORE

Andati senza aver Veduto...


Quando si comincia ad andare in là con gli anni, spesso capita di incontrare amici, parenti e conoscenti con i quali accade di ricordare un coetaneo o qualcuno che se n’è andato all’altro mondo.Girano frasi come queste: “Ti ricordi di Tizio?  Ecco, è morto”;  “Hai presente Caio? Tre mesi fa è deceduto.” E così via. Allora parte il gioco dei ricordi.Succede allora che inevitabilmente sei costretto a pensare ad amici, parenti e conoscenti con i quali avevi avuto contatti e rapporti più o meno intensi e che ora non avrai più la possibilità di rivedere.Riflettendo sulla stragrande maggioranza di queste persone, rilevo che esse – purtroppo per loro - non hanno mai cercato in tutta la loro vita di conoscere se stesse, nemmeno, in età matura, a prepararsi a lasciare il corpo. Si sono accontentate di ciò che era stato detto sul loro conto, su alcune credenze religiose, ideologiche o filosofiche raramente approfondite.Per tutto il corso della loro esistenza hanno convissuto con l’identificazione egoica che avevano e non si sono mai curate di approfondire, di ricercare dimensioni più sottili, profonde dell’essere. Sono stati assorbiti dal mondano fino alla morte. Si sono occupati solo di cose esteriori, interessi materiali e passatempi vari. Molto poco della loro interiorità. Fondamentalmente hanno avuto paura a guardarsi dentro profondamente. Di fronte a tale incuranza per la conoscenza di sé, non mi resta che sentire una gratitudine immensa per quel mistero che mi invece mi ha donato la Grazia, per ricercare, per ritrovare quel senso di Unità con il Tutto, anche se attraverso un duro cammino. Sono grato al Divino che mi ha instillato una scintilla spirituale che ha potuto diventare torcia e poi fiamma.Sì, guardandomi attorno, aldilà delle realizzazioni mondane secondarie, mi sento benedetto per avere avuto la grande “fortuna” di guardare oltre, di cercare quell’esperienza spirituale diretta che mi permetterà di lasciare il corpo, quando accadrà, con uno spirito che ha colto l’occasione esistenziale per riconoscersi, ancor prima di morire al corpo e alla mente, in un’identità che andava ben oltre il mero affaccendarsi nel mondo fenomenico. Una tenerezza invade il mio cuore al pensiero che questi amici, parenti e conoscenti non abbiano mai potuto sperimentare uno stato dell’essere come questo, una dimensione della Coscienza che li facesse sentire un tutt’Uno con la sorgente di ogni cosa. E’ un peccato che se ne siano andati senza mai essere usciti dal sogno, dal mondo delle apparenze. Evidentemente così doveva essere. La loro Essenza cercherà ancora occasioni e strade per emergere dal buio di una inconsapevolezza che in questa vita non è riuscita purtroppo ad emergere, a volare sopra i richiami del mondo, aldilà dei ruoli l’ego che ha assunto e nei quali non ha potuto che perdersi.