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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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APRIRSI ALLA COMPRENSIONE

Post n°1760 pubblicato il 03 Dicembre 2012 da Praj
 

Non posso essere amorevole e pacifico se non mi amo e non ho pace dentro di me. Non posso raggiungere l'essenza profonda se fuggo da me stesso. Se lo faccio, mi distraggo e mi perdo per restare alla periferia del mio essere e dell’esistenza.

Un modo molto efficace che ho imparato per non fuggire, per avere il coraggio di affrontare la mancanza d'amore, l'inquietudine, il dolore... è lo stare faccia a faccia con me stesso, nella meditazione. Questo imparare ad entrare in uno stato meditativo mi serve poi ad affrontare la vita quotidiana senza paure né fughe. E un modo molto valido per liberarmi gradualmente dalle emozioni negative che mi accompagnano, quando non sono centrato nel nucleo interiore della mia natura.
La meditazione non consiste dunque solo l'esplorare la vacuità metafisica e il silenzio del non-manifesto. Significa piuttosto scoprire il non dualismo, l’assenza di conflitto nella percezione diretta delle dinamiche esistenziali. E' così che posso diventare un essere umano integro e posso crescere, espandermi, realizzarmi. In questo stato di fluidità e onestà posso sentire la forza vitale emergere in me nella sua pienezza. Sento sradicarsi gli antichi timori inconsci, i vecchi fantasmi dell’infanzia.
La spiritualità, per non essere una menzogna, una fantasticheria inutile, non deve comportare solo negazioni, quali: il voler reprimere l’ego, mortificare il corpo rinunciando al piacere, sublimare le emozioni.
Invece la forza dell'esistenza in me, in ognuno, si fortifica, esalta, solo se la scopro alla sua fonte. Se trovo la via, se ho il coraggio di vivere, se imparo ad aprirmi, osserverò con stupore quanto i condizionamenti negativi che dominano la mia vita cominceranno a lasciarmi.
Essere aperto vuol dire anche aprirmi alla dimensione ricettiva, femminile. Non c’è espansione del cuore senza apertura. E aprirmi significa rendermi vulnerabile senza falsità, senza ipocrisie. Non posso sbarrare tutte le porte, interne e esterne, e nello stesso tempo aprirmi alla grazia Divina. E siccome la grazia Divina può raggiungermi anche attraverso le prove più crudeli, terribili, devo essere aperto, perché è sempre Dio che bussa alla porta del cuore, della coscienza.
Sviluppare il principio dell’accoglimento, consiste nel non proteggermi, significa includere ogni esperienza, anche quando arriva in maniera insolita, imprevedibile. La condizione meditativa, lo stato di consapevolezza senza scelta, rappresenta dunque l’apertura alla forza vitale nella sua forma conflittuale: che va dalle gioie più grandi alle più forti delusioni.
Vuol dire rivivere adesso le sofferenze che mi hanno bloccato, ferito... e dire sì anche a loro.
E’ scoprire semplicemente che ho vissuto, che sto vivendo, animato da quella energia infinita che non è la mia vita, ma la Vita, la manifestazione Divina.
Supero perciò la mia particolare esistenza, nella quale mi sento limitato, mi sento asfissiare, quali che siano i miei successi e programmi e scopro che sono l’espressione o una forma della energia cosmica. Quell'energia che anima ogni cosa dell'Universo. La Pace e l'Amore allora trovano umanamente dimora dentro di me, accompagnandosi ad un senso di gratitudine.




 
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Commenti al Post:
antonella.2009
antonella.2009 il 04/12/12 alle 16:16 via WEB
Grazie! Namstè :-)
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