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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 16/11/2007

Cosa s'intende per "Consapevolezza"

Post n°360 pubblicato il 16 Novembre 2007 da Praj
 
Foto di Praj

Dato che in questo blog si fa spesso uso del termine Consapevolezza, vorrei esporre delle considerazioni che condivido pienamente e che possono essere chiarificatrici, per ciò che intendo anch’io quando uso la parola “Consapevolezza”. Si può dire che è uno stato non duale acquisibile solo tramite esperienza diretta e non attraverso parole… ma che ora è doveroso e inevitabile tentare di esprimere quella realtà con le parole… Bisogna inoltre rammentare che queste parole sono solo il dito che indica la Luna.

Cosa significa consapevolezza, dunque?

- non è pensiero: essere consapevoli non vuol dire pensare o essere introspettivi. Se si pensa non si riesce ad essere consapevoli; la consapevolezza è l'esperienza diretta di ciò che accade senza passare per il pensiero.
- non è concentrazione: la concentrazione è attenzione focalizzata sul punto che si sta analizzando escludendo tutto il resto.
- non è valutazione ma assenza di valutazione e di giudizio, la consapevolezza è osservazione senza giudizio.
- non è tensione; non richiede sforzo, non c'è niente in essa che richieda sforzo.
- non è spirito di osservazione: non ha bisogno di una ricerca intenzionale.
La consapevolezza è esser presenti a noi stessi.
- non è un concetto, non possiamo quindi esprimerla a parole, né tanto meno con concetti dualistici; non è teoria da studiare, non richiede particolari comportamenti: si raggiunge con l'osservazione di noi stessi fino a scoprire la nostra vera natura.
- non è erudizione, non può quindi essere approfondita con la mente perchè è al di là della mente stessa.
- non esiste come qualcosa di concreto: benché risplenda direttamente, non può essere osservata, altrimenti sarebbe un oggetto; benché esista dappertutto, non la si comprende; non ha un'immagine come supporto, ed è svincolata dalla mente: è l'essenza di noi stessi.
- non è una cosa determinabile, non è neppure nulla: è la piena coscienza di ciò che realmente siamo, al di là di qualsiasi concetto mentale.
- non esiste all'esterno, ma in noi stessi; riguarda il nostro stato primordiale, la nostra natura intrinseca: è la natura originaria della nostra coscienza al di là della distinzione fra causa ed effetto, cambiamento e morte.
- non è un luogo di felicità: è al di là dei concetti dualistici di felicità e dolore.
- è pura limpidezza priva di movimenti: essa conosce ogni cosa in modo chiaro ma senza alcun concetto; in essa ogni cosa appare chiaramente, ma priva di un'esistenza separata.
- è conoscenza: la conoscenza porta responsabilità; ma vogliamo veramente la responsabilità? Anche se la gabbia è aperta, vogliamo veramente uscire??
La consapevolezza è comprensione dell'impermanenza, è la visione del cambiamento dei fenomeni senza partecipare ad essi; è l'osservazione della natura fondamentale di ogni fenomeno. Tuttavia non è concettuale; è nuda, cioè senza pensiero, non è condizionata da opinioni, semplicemente osserva le esperienze così come sono senza alterarle..


Estratto dal mensile Vidya nel capitolo: Considerazioni su “La Consapevolezza”,

di Giorgio S. (Giugno 2007)

 
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